Con una mossa a sorpresa Praude, la sgr gestita dall’avvocato Massimo Malvestio, ha ceduto ad Ascopiave il 3,24% in suo possesso di ACSM, la multiutility partecipata al 41,34% da A2A, al 23,93% da Lario Reti Holding e dai comuni di Monza, Como, Sondrio e Varese. Una quota apparentemente irrilevante ma che, in realtà, consentirà ad Ascopiave di controllare la minoranza di ACSM. Una posizione che nella complessa disciplina delle quotate da notevoli diritti: ad esempio, potrebbe permettere ad Asco, quando scadrà il consiglio di amministrazione, di esprimere l’unico membro del consiglio che non sarà espressione di A2A o dei comuni soci. Le operazioni straordinarie che vedano coinvolti i comuni soci o A2A dovranno passare attraverso l’approvazione di Ascopiave oppure costose liquidazioni dei soci di minoranza.
A2A in Asco invece non avrà una posizione altrettanto incisiva: con il 4% A2A è infatti un socio con meno voti del comune di Rovigo che ha il 4,5% o dei sindaci “ ribelli” che insieme hanno circa il 6% dopo aver scambiato le azioni di Asco holding con azioni della quotata Ascopiave. Va rilevato peraltro che A2A ha speso circa il doppio per la quota in Asco di quanto ha speso quest’ ultima per la quota in ACSM.
Se lo scopo delle incursioni nell’azionariato di Asco dei giorni scorsi da parte di A2A era portare la guerra in casa di Asco, il risultato è stato raggiunto solo al prezzo di una guerra – ben che vada – uguale e contraria in casa propria e soprattutto di vedere coinvolti – loro malgrado – i comuni che hanno creduto nel modello “ federale” di A2A.
Il fatto che decisivo per il successo dell’operazione sia stato il pacchetto di azioni ACSM raccolto dalla Praude, la società di gestione dell’ avvocato Malvestio, e che tra i venditori ci sia la stessa Plavisgas che negli ultimi tre mesi aveva raccolto sul mercato oltre 2.6 milioni di azioni ACSM (rafforzando ulteriormente e rendendo decisivo il ruolo di Praude nell’ azionariato di ACSM) fa pensare che Cecconato abbia ricucito i rapporti con i soci privati o, quanto meno, che A2A non abbia nessun rapporto con questi e quindi anche il fronte della holding per A2A sembra precluso. A2A non pare avere avviato contatti neppure con i sindaci “ribelli” e neppure con il comune di Rovigo senza i quali difficilmente potrà avere un’influenza pari a quella che Ascopiave avrà in ACSM.