Laurea in Giurisprudenza. Lavora da più di vent’anni anni nel mondo delle risorse umane in aziende italiane ed estere. Dal 2009 è vicepresidente Nazionale di AIDP-Associazione Italiana per la Direzione del Personale. Ha partecipato a varie pubblicazioni, l’ultima in ordine di tempo "La Direzione del Personale verso il futuro" (Guerini Editore, 2015).
Si conclude oggi il viaggio di Luca Vignaga attorno ad alcune domande sulle prospettive individuali e collettive che l'irrompere della Pandemia sta imponendo. La riflessione stavolta prende avvio non da una domanda, ma da un'affermazione: "tempo di scelte". Scelte individuali che nella storia hanno determinato l'instaurarsi della dittatura o della democrazia, che negli ultimi mesi hanno determinato la diffusione del virus e la capacità di combatterlo. E ora che abbiamo l'occasione di ripartire e ridisegnare la nostra vita, è il momento di prendere scelte individuali e consapevoli
Continua il viaggio di Luca Vignaga attorno ad alcune domande sulle prospettive individuali e collettive che l'irrompere della Pandemia sta imponendo. La domanda di oggi riguarda le competenze su cui dovremo puntare per metterci al passo con un mondo in cui vince la logica del "Pull" e della "Pratica". Ovvero un mondo dove è importante usare solo le risorse necessarie al momento giusto e dove tentare ed essere in grado di migliorare in corso d'opera risulta vincente rispetto ad un'accurata pianificazione. E dove sarà essenziale parlare il linguaggio della tecnologia e della programmazione
Continua il viaggio di Luca Vignaga attorno ad alcune domande sulle prospettive individuali e collettive che l'irrompere della Pandemia sta imponendo. La domanda di oggi riguarda la complessità che caratterizza il mondo in cui viviamo e che è in grado di sopraffare i nostri riferimenti e i nostri tentativi di controllo e strandardizzazione, come ha dimostrato in modo esemplare l'arrivo inaspettato del virus. E' stato un granello che ha fatto inceppare il nostro meccanismo ma che ci dà ora la possibilità di ritornare a disimparare ed imparare come convivere con l’intero sistema di cui siamo parte
Continua il viaggio di Luca Vignaga attorno ad alcune domande sulle prospettive individuali e collettive che l'irrompere della Pandemia sta imponendo. La domanda di oggi riguarda la necessità di adattarsi al nuovo contesto determinato dal virus, a partire dal nostro cervello. Il nostro cervello troverà una modalità diversa di operare. L’importante è esserne consapevoli e fare gli esercizi giusti e costanti
Continua il viaggio di Luca Vignaga attorno ad alcune domande sulle prospettive individuali e collettive che l'irrompere della Pandemia sta imponendo. Nel chiedersi perché nessuno aveva capito ciò che stava accadendo, pone il problema dei limiti che, anche in azienda, in troppi si pongono. La specializzazione rischia di occultare i fenomeni che stanno ai confini del mondo e "pensare fuori dagli schemi" è spesso un esercizio più retorico che sostanziale
Continua il viaggio di Luca Vignaga attorno ad alcune domande sulle prospettive individuali e collettive che l'irrompere della Pandemia sta imponendo. La domanda di oggi riguarda la capacità di prevedere eventi dirompenti come il Coronavirus. Era possibile che una qualsiasi pandemia potesse arrivare? Sì. Quanto era probabile che il coronavirus si diffondesse? Al 100%, possiamo dire ora. Il punto è capire perché, nonostante le notizie dalla Cina fossero note a tutti, e i casi in Italia già arrivati, si è pensato che non dovesse coinvolgere il mondo occidentale.
Continua il viaggio di Luca Vignaga attorno ad alcune domande sulle prospettive individuali e collettive che l'irrompere della Pandemia sta imponendo. La domanda di oggi riguarda l’utilizzo della tecnologia come mezzo per gestire la fase 2 e la paura dell’invasione della nostra privacy. Uscire dal dualismo richiede uno sforzo vasto. E bisogna costruire un rapporto di fiducia tra persona e tecnologia
Continua il viaggio di Luca Vignaga attorno ad alcune domande sulle prospettive individuali e collettive che l'irrompere della Pandemia sta imponendo. La domanda di oggi riguarda la "bassa risoluzione" nella quale abbiamo vissuto negli ultimi anni e la necessità di tornare alla penetrante capacità di Musil di leggere le vite. Proprio in questo contesto, in cui saremo mascherati o lontani, la parola assumerà un valore ancora più importante
Inizia da oggi un viaggio a puntate di Luca Vignaga attorno ad alcune domande sulle prospettive individuali e collettive che l'irrompere della pandemia sta imponendo. Oggi la questione riguarda il rapporto, da sempre strettamente intrecciato, tra il virus e gli umani. Un rapporto che ha accompagnato le diverse fasi dello sviluppo ma che ha determinato anche l'esito dei conflitti. Sono le epidemie, in sostanza, che hanno disegnato la nostra civiltà
Gente che galleggia, non decide di pestare i piedi, si riserva spazi di dissenso al massimo solo sui social. Tutto fuori da sé, in modo da non contaminare il sé. Di tutta questa poltiglia umana – oggi – abbiamo il romanzo che ne racconta le vite, le miserie, le aspirazioni, la grande normalità. Secondo Luca Vignaga, già dal titolo, «Le vite potenziali» (Mondadori), il romanzo di Francesco Targhetta, abbiamo la sintesi perfetta: a nessuno manca nulla – di base – per vivere una vita vera.
Nel libro “Fare i manager rimanendo brave persone” (Feltrinelli), Giuseppe Morici si muove tra la ricerca di una rilettura di quello che lui ha fatto in quanto manager e una critica profonda per come il sistema delle aziende si trova a vivere. La sua è una critica non polemica, mai banale. Non rincorre ai titoloni da giornale. Compie dei ragionamenti per dimostrarci che spesso ci facciamo prendere da meri abbagli.
Il fil rouge di “Costruire e abitare: etica per la città” di Richard Sennet (Feltrinelli) sta nel costruire città pensanti, non accomodanti. Le spinte verso la diversità, da una parte, e verso la tecnologia, dall’altra, rischiano di consegnare – ai chi le vive – degli spazi che non aiutano a comprendere la complessità che stiamo vivendo.
“Il ritorno delle tribù, la sfida dei nuovi clan all’ordine mondiale” (Rizzoli), è l’ultimo libro scritto dal Direttore de “La Stampa”, Maurizio Molinari. Un testo importante in questa nuova fase geopolitica dove tutto sembra imprevedibile, non più appartenere al passato. Un libro che ha la capacità di alzare il velo del gioco pericoloso a cui stiamo andando incontro: la disgregazione degli Stati nazionali.
Gente che galleggia, non decide di pestare i piedi, si riserva spazi di dissenso al massimo solo sui social. Tutto fuori da sé, in modo da non contaminare il sé. Di tutta questa poltiglia umana – oggi – abbiamo il romanzo che ne racconta le vite, le miserie, le aspirazioni, la grande normalità. Già dal titolo, “Le vite potenziali”, il romanzo di Francesco Targhetta, abbiamo la sintesi perfetta: a nessuno manca nulla – di base – per vivere una vita vera.
La lettura di “Empatie”, di Laura Bolella, porta a riflettere sulla necessità di guardare all’empatia in modo distaccato, molteplice. Un libro che può aprire dei dubbi su come ognuno di noi dialoga con l’altro e rischia di distruggere il proprio io. L’empatia è una virtù che viene giudicata di fondamentale importanza per la nostra esistenza. In realtà potrebbe essere la fonte della nostra deriva sensazionalistica. La radice dell’empatia è guardare il mondo dentro di noi in rapporto agli altri.
“Siamo malati che ignorano la causa della propria malattia” diceva il poeta Lucrezio. Per la verità molti di noi ne conoscono le cause. Però non ci piace, perché costa troppa fatica, affrontarle. Incrociare un libro che porta un titolo su questo tema, “Ego è il mio nemico”, di Ryan Holiday, merita di essere comperato solo per questo. Andrebbe collocato accanto allo specchio che ci porta a confrontarci ogni mattina. Il merito del libro non va molto al di là. Però, di questi tempi anche i moniti servono, hanno un loro valore intrinseco. Per questo magari a qualcuno la lettura di questo libro può aiutare a meglio indirizzare le sue energie.
Strano questo nostro Paese. Pensa di far a meno del futuro. Certo, il passato è affascinante, rassicurante e non bisogna mai scordarlo. Il futuro è cosa sempre differente dal passato. Lo si costruisce sulle spalle di chi ha fatto il passato, ma ha una fisionomica diversa, al massimo gli fa l’eco...
Nel libro scritto dal filosofo spagnolo Josep Maria Esquirol, “La resistenza intima. Saggio su una filosofia della prossimità”, spesso il pensiero va alla necessità di guardare le cose nella loro interezza e nella loro opposizione accettandone il loro ruolo. Una riflessione profonda viene fatta sul concetto di resistenza come prossimità, che porta alla rivalutazione della quotidianità, al riconoscere il valore della semplicità. Tutto questo non ci conduce - per Esquirol - ad un mondo perfetto o felice. Ci offre solo la possibilità di vivere meglio.
Massimo Mantellini, uno dei più attenti osservatori italiani del web, ha scritto un godibilissimo libro, “Bassa risoluzione” (Einaudi), per affrontare il tema sia dell’omologazione che della fruibilità. Due temi che appartengono, di diritto, a questa nostra epoca. Il libro, sin dal titolo, può apparire un manifesto contro la tecnologia, in realtà è un’analisi nelle pieghe delle trasformazioni che stiamo vivendo, anche grazie alla tecnologia.
Il libro, “L’economia della Ciambella” di Kate Raworth (Edizione Ambiente) punta ad un’economia che sia generativa e rigenerativa fin dalle sue premesse. La tesi, con sette specifiche articolazioni declinate nel testo, prende le mosse da diverse scuole di pensiero come quella ecologica, femminista, istituzionale, comportamentale e a quella della complessità per farle confluire e interagire tra loro.
Osservare il sistema vegetale per avere un approccio bio-ispirato a risolvere le nostre necessità quotidiane e, soprattutto, le grandi questioni del mondo: dal problema del reperimento dell’acqua ai cambiamenti nell’organizzazione delle aziende. Questo è il metodo che il professor Stefano Mancuso suggerisce in “Plant Revolution”, sottolinea Luca Vignaga in questa recensione al libro vincitore del Premio Galileo 2018.
Libri come “Fuori classe” (Il Mulino), scritto da Daniele Marini, hanno il pregio di partire, e arrivare, ad un’analisi su come stia cambiando il lavoro grazie ad un’opera costante di monitoraggio sul campo. Il libro individua cinque ceti professionali. Si va dall’”operativo”, il profilo che svolge un’opera prettamente esecutiva; il “manuale upgrade”, in grado di gestire strumentazioni tecnologiche; l’”operatore esperto” che mette insieme autonomia decisionale e utilizzo di tecnologia; il “mentedopera”, dove la dimensione intellettuale è prevalente rispetto a quella manuale; lo “skill 4.0”, che assomma autonomia decisionale, tecnologie avanzate e lavoro in team.
Nel libro “Le competenze. Una mappa per orientarsi”, scritto da vari autori sotto l’egida della Fondazione Agnelli, si cerca di analizzare il terreno comune tra il mondo delle azioni e il mondo delle nozioni: come il termine competenza si è evoluto in azienda e in quale modo è entrato a far parte del lessico nel sistema educativo. Il titolo del libro, non a caso, parla di competenza al plurale.
Anche il marketing è stato contagiato dal bio. In questo caso il biomarketing “prende le misure” del corpo. Giulio Noci, professore di marketing al Politecnico di Milano, ha scritto un intero libro su questa nuova disciplina, che mette insieme metodi di ricerca provenienti da diversi ambiti scientifici, che vanno dalla psicologia alle neuroscienze, e li applica in ambito marketing.
Per Rachel Botsman, autrice del libro “Di chi possiamo fidarci” (Hoepli), la blockchain è la più vasta architettura della fiducia che l’uomo abbia mai creato in grado di avere conseguenze ad oggi non prevedibili. Il libro non è solo dedicato a questa nuova frontiera, ma è una disamina sui meccanismi generativi della fiducia guardando con un occhio severo a quanto la tecnologia sta mutandone le basi stesse.
Si può partecipare al lavoro oppure si può essere parte del lavoro. Partecipare al lavoro si traduce in un numero freddo per certificare quante persone lavorano. Essere parte del lavoro significa mettere “anima e corpo” in quello che si fa e venire riconosciuti per questo. “La partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa” (Guerini Next) è un libro scritto a più mani che affronta questi temi, mettendo in campo la voce del sindacato e diverse esperienze di chi si occupa di lavoro e di contrattazione aziendale.
Quelle raccolte nel libro “Nuove Imprese” sono aziende con caratteristiche precise: sono 500 champions che si muovono, quasi esclusivamente, nel Nord d’Italia e che hanno vissuto la recente grande crisi come un’opportunità per ristrutturarsi e rilanciarsi. Sono tutte realtà dai nomi inusuali. Solo se si lavora dentro a queste realtà, o ci si vive vicino, si può avere la possibilità di conoscerle. Il merito di Zovico, e del centro studi ItalyPost, è quello di aver avuto l’idea di metterle sotto il radar. Averle scovate attraverso una precisa ricerca e, in molti casi, aver voluto conoscere da vicino l’imprenditore che le ha generate.
“La parola ai giovani” (Feltrinelli) di Umberto Galimberti, contiene 72 risposte ad altrettante domande che il filosofo- psicanalista veneziano ha scritto nel corso degli anni nella rivista di moda “D”, il dorsale del sabato di “La Repubblica”. Il libro contiene le domande che giovani, e non, hanno posto a Galimberti, e questo è uno spaccato molto interessante. Emergono paure, ansie, insicurezze, ma anche sogni, voglia di cambiare il mondo, fiducia nel prossimo.
Attorno al significato dei colori gira “Cromorama” (Einaudi) di Riccardo Falcinelli. Un libro che prima di tutto è un oggetto di design per la sua forma e i suoi contenuti. Parole e immagini si uniscono con un rimando sorprendente: il risultato è un perfetto gioco di incastri. Falcinelli vuole - di proposito - intersecare un poderoso apparato figurativo con una serie di considerazioni che spaziano da analisi storiche a valutazioni socio-economiche.
Turisti, terroristi, secolaristi, hacker, fondamentalisti, transumanisti, algoritmici: sono tutte tribù che abitano e agitano “L’innominabile attuale” (Adelphi) di Roberto Calasso. Quando finisci di leggere questo libro di ragionamenti e predizioni, hai la certezza di avere letto un volume pessimista, che parla di un mondo quanto mai sfuggente, e la domanda a quel punto è: “Si può diventare ottimisti verso il futuro?”.
Nel suo libro, “La quarta rivoluzione”, Luciano Floridi, professore di filosofia ed etica dell'informazione all'Università di Oxford, dedica molto spazio alla metamorfosi del sistema organizzativo-politico in quella che lui definisce la nuova età iperstorica. La tesi di Floridi è che le ICT non stiano diventando più intelligenti dell’uomo, rendendolo al contempo più stupido. È il mondo che via via sta assumendo le forme di un’infosfera, partendo dalla biosfera, sempre più adatta alle capacità limitate delle ICT.
“Expert Brain”, scritto da Antonio Cerasa, psicologo e ricercatore del CNR, è un libro che indaga quelle categorie di individui che hanno sviluppato una particolare abilità lavorativa, dimostrando, con grande capacità divulgativa e un alto tasso di ironia, che la vera abilità di un qualsiasi professionista non sta nel giudizio rispetto ad un oggetto, ma nel piacere che provoca alla vista quell’oggetto.
Nel suo libro “Teoria della classe disagiata”, Raffaele Alberto Ventura compie una meticolosa analisi sociale, includendo un ampio spettro di casi umani, tutti caratterizzati dall’esperienza della mobilità discendente: dal nobile decaduto al lavoratore salariato che vede il proprio settore minacciato dal progresso tecnologico o dalle delocalizzazioni. Nella sua analisi, l’autore da una parte attacca lo Stato liberale, “per quanto ricca sia la società capitalista, non è mai ricca abbastanza”, dall’altra si infila dritto diritto contro “la potenza militare-industriale-monetaria degli Usa”. Con la convinzione che solo le classi elette devono dotarsi di strumenti cognitivi per leggere il mondo.
Il viaggio compiuto “Nel Paese dei disuguali”, il nuovo libro di Dario Di Vico, è una continua operazione di carotaggio nelle aree dell’Italia e nei diversi ceti. Ne esce un quadro simile ad un patchwork, dai colori diversissimi e tra loro in contrasto. Con questo volume l’autore dimostra quanto lavoro, delicato e urgente, vi sia da fare perché le faglie della diseguaglianza - se non altro - non si allarghino. Ma i soli segnali che la società ci rimanda non riescono a spiegare il malessere che avvolge l’Italia.
‘Tutto lavoro’, l’ultimo libro scritto da Walter Passerini, è – come lo definisce Luca Vignaga- “una guida che ti mette in connessione con quello che è successo e quello che potrebbe avvenire nel mondo del lavoro”. Questo libro accompagna il lettore in modo chiaro e semplice dentro dinamiche complesse e imprevedibili; chi cerca un impiego vuole avere risposte, non ha bisogno di parafrasi. “E ’Tutto lavoro’ mette insieme il presente offrendo possibili strade e spunti di riflessione per il futuro”
"Risultati solidi in una societa' liquida", l’ultimo libro di Sebastiano Zanolli, scritto in collaborazione con Giacomo Dall'Ava, e' un libro saggio e pratico. Scrive Luca Vignaga: "E' un libro che cerca di fornire alcuni strumenti solidi in una vita liquida per definizione. Non è un testo per eroi, né per chi aspira a diventarlo". E' un libro per gente come tutti noi
Quando si osserva un’opera di Pollock, di Klee o di un altro pittore astrattista, l’affermazione che tutti facciamo è del tipo: “potevo farlo anch’io questo quadro!”. Subito dopo sorge, invece, una domanda: “ma che cosa vuole dirci il pittore?”. Alla prima affermazione stanno provando...
"La reputazione", di Gloria Origgi, non è un libro per filosofi o psicologi, anzi. "Lo farei leggere a tutti coloro che si possono definire educatori", scrive Vignaga. Oggi il tema della reputazione è alquanto scottante: la nostra seconda identità, frutto dei social media, ha due caratteristiche: è globale ed è perenne, cancellare le nostre tracce su internet è un’operazione quasi impossibile
Finisci di leggere le seicentosessanta pagine che compongono “Homo Deus. Breve storia del futuro”, l’ultimo lavoro di Yuval Noah Harari, e rimani un po’ stordito. Commenta Vignaga: "Da una parte il giovane storico israeliano ti ha condotto attraverso gli ultimi 70.000 anni dell’umanità facendoti vedere tutti i progressi, dall’altra ti fa intravedere uno scenario in cui l’uomo diventa un giocattolo con cui divertirsi"
Luca Ricolfi, con il suo ultimo libro "Sinistra e popolo", parte da Bobbio per cercare di fare chiarezza sul significato delle parole destra e sinistra, che hanno perso oggi ogni significato. Perché, in un periodo di crisi, chi cerca protezione, perché impaurito, vuole soluzioni concrete che rispondano alla pancia. Cosa che i 5 Stelle sanno fare egregiamente con la proposta del reddito di cittadinanza. E che la sinistra, vittima degli intellettualismi integralisti, non riesce più a fare
Lo sappiamo tutti che la pubblicità ha logiche e metodi non sempre chiari. Tanto più gli studi legati al neuromarketing avanzano, tanto più vi sono rischi manipolativi. Ma basta aprire un qualsiasi magazine per vedere come molti articoli siano in realtà mere pubblicità. La linea di demarcazione tra giornalismo e marketing rischia di diventare sempre più sottile. Paolo Iabichino, con il suo libro “Scripta Volant”, tenta di salvare la professione del pubblicitario, fornendo le basi del mestiere alle nuove generazioni
L’Italia, un Paese alla ricerca della rivoluzione perfetta. Il punto non è che le rivoluzioni non si fanno, ma che si ritengano tradite le varie rivoluzioni che si sono susseguite negli ultimi due secoli. Su "Ribelli d’Italia", Vignaga commenta: "Ammetto: questo non è un libro per soggetti che intendano guardare in modo distaccato la realtà politica italiana: il pessimismo ti avvolge"
A che cosa servono le frontiere? A definire cosa c’è dentro e fuori un determinato spazio. E’ una questione di simboli che diventa una questione di identità. “Frontiere”, di Graziano Manlio, è "un testo utile perché passa in rassegna i motivi per cui siamo arrivati a dover fare i conti con le separazioni tra un popolo ed un altro"
Amazon, Airbnb, Linkedin o Uber sono qualcosa di più di singole aziende, ma definiscono un modello di società “disintermediata”. Come riuscire a coniugare questo fenomeno con una nuova idea di territorio e di comunità? Il libro di Belloni si pone l’obiettivo di fare una sana pulizia su come la disintermediazione stia ridisegnando le nostre vite quotidiane
Il dibattito sul declino del paese "a stelle e strisce" sta diventando sempre più acceso; i segnali sembrano convergere verso una fine della supremazia americana, politica ed economica sugli altri paesi. Dal punto di vista tecnologico, è la Cina che sembra, oggi, non avere rivali. "Tutto vero" scrive Luca Vignaga, "poi però leggi la biografia, scritta da Ashlee Vence, di un sognatore-pazzo come Elon Musk e ti vengono dei dubbi"
Joi Ito, direttore del MIT Media Lab, e Jeff Howe, visiting student dello stesso istituto, hanno scritto un libro, “Al passo col futuro”, che mina molte nostre credenze e approcci, anche quello del linguaggio del “nuovo mondo”, ovvero l’informatica. Il libro è costruito sulla tesi per cui le tecnologie di cui disponiamo si sono affermate più velocemente rispetto alle nostra capacità di comprensione, al nostro modo di pensare
"Impavidi Veneti" mette insieme 14 interviste ad altrettanti imprenditori. Ne esce una sintesi di visioni del futuro e di possibili percorsi di rilancio del nostro territorio. Storie di imprese e di percorsi personali dove gli intervistati dimostrano di affrontare le incertezze quotidiane e la complessità dei mercati. Un libro che ci aiuta a capire a che punto è la metamorfosi del Nordest. Una bussola per i giovani, e non solo, che vogliono fare impresa
Martin Lindstrom è un consulente danese la cui ultima fatica si chiama “Small Data”. Il suo ruolo è quello di aiutare le aziende a vendere di più e meglio i loro prodotti. Ma il suo metodo per capire cosa non funziona nel prodotto è alquanto strano: va in cerca di indizi, o come li chiama lui, di small data. Un processo inverso da quello che sta avvenendo nel mondo attuale
Nel suo ultimo libro, 'Notturni inquieti', Pier Luigi Celli "decide di narrare -scrive Luca Vignaga- i mezzucci con cui si gestiscono le imprese di ieri e di oggi. Il tratto comune che ne emerge è la 'miseria', la pochezza dei vari manager protagonisti". L'argomento trattato in questo libro non può non far pensare alla spregiudicata ed irriverente intervista di pochi giorni fa rilasciata da Luciano Benetton in merito alla passata gestione della sua azienda
"Come vincere un Nobel" (Einaudi), l'ultimo libro pubblicato da Massimiano Bucchi, risulta essere un percorso tra nomi, discorsi e cambiamenti storici nell’ambito del più famoso Premio della scienza. In questo volume, il professore di scienza, tecnologia e società prende in considerazione il noto e prestigioso riconoscimento per narrarne i segreti, le vicende più chiacchierate e le evoluzioni
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