Il motore dell'export italiano, tradizionalmente trainato dalle regioni del Nord, mostra evidenti segni di rallentamento nel primo semestre del 2024. NordOvest in calo del 3,5% e Nordest dell'1,4%. I dati Istat presentano un quadro preoccupante per le tre regioni, che insieme rappresentano oltre il 50% delle esportazioni nazionali
Secondo i dati Istat, la produzione industriale cala dello 0,9% su giugno, con l'energia unico settore in crescita (+2,3%). Su base annua, crollano i mezzi di trasporto (-11,4%), mentre crescono i prodotti chimici (+3,9%). Il tessile continua il trend negativo biennale (-6,7%). Retribuzioni contrattuali a +3,1% nel primo semestre, sopra l'inflazione
A luglio l'indice nazionale dei prezzi al consumo al lordo dei tabacchi, secondo le stime preliminari dell'Istat aumenta dello 0,5% su base mensile e dell'1,3% su base annua. Una accelerazione registrata anche in altri paesi dell'eurozona e che allontana nuovi possibili tagli dei tassi
In base alla stima preliminare dell’Istat, il dato è cresciuto dello 0,2% su base congiunturale, mentre dello 0,9% su base tendenziale. A incidere in positivo è il settore terziario, a fronte dei contributi negativi di agricoltura, silvicoltura e pesca, e dell’industria
Dai dati Istat relativi al '23, il gap con la media europea di giovani laureati rimane ampio (30,6% contro il 43%). Divario evidente anche tra le diverse regioni e in base al contesto familiare. Il tasso di occupazione rimane più alto per i laureati (84%), contro il 73% dei diplomati. Donne “più istruite” degli uomini, 24,9% e 18,3%. Ancora alto il numero dei Neet
I dati diffusi dall'Istat per il mese di maggio rivelano un calo delle esportazioni italiane (-3,8%). La flessione coinvolge quasi tutti i principali paesi partner commerciali e torna ad essere rilevante verso la Germania. Import in leggero calo (-0,5%), spiegato dai minori acquisti di gas naturale. Saldo commerciale positivo (6,4 mln)
A maggio la produzione industriale italiana è cresciuta rispetto ad aprile, dopo due mesi di flessioni. Tuttavia, il trimestre marzo-maggio segna ancora un calo dell'1,6%. In termini tendenziali, la produzione è diminuita del 3,3% (quindicesimo calo tendenziale)
Dopo 3 mesi di crescita, il tasso di occupazione cala dello 0,1% su base mensile; aumenta invece del 2% su base annua. Il tasso di disoccupazione rimane stabile al 6,8%, mentre quello giovanile sale al 20,5% (+0,1 punti). Crescono a quasi 16 milioni i dipendenti permanenti
Nel giugno ‘24, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività è cresciuto dello 0,1% su base mensile e dello 0,8% su base annua, come nel mese scorso. Per l’Istat, la stabilità dell’inflazione si deve al ridursi delle tensioni sui prezzi dei beni alimentari non lavorati. Rallenta il tasso di crescita tendenziale dei prezzi del “carrello della spesa”. L’inflazione di fondo resta al +2%
Secondo i dati Istat, a giugno il clima di fiducia tra i consumatori aumenta (98,3), al contrario tra le imprese mostra il terzo calo consecutivo (94,5), posizionandosi sul valore più basso da novembre ‘23. La difficoltà delle aziende si manifesta anche nell’aumento di richieste per il Cig (+36,7%)
Le costruzioni (+2.100 occupati) e i servizi (+9.100) hanno ottenuto risultati positivi. Tuttavia, il numero di disoccupati è salito a 27.900, con un tasso del 5,1%, mentre le ore di cassa integrazione hanno registrato un aumento del 48%. Le aperture di partite Iva sono cresciute del 3,3%, con 3.270 nuove aperture
Le precedenti stime dell’Istituto di Statistica prevedevano un aumento dello 0,7%. L'occupazione aumenterà in linea con il Pil (+0,9% nel ’24 e +1,0% nel ’25), mentre l'inflazione dovrebbe decelerare. Il ministro Urso: “Cresciamo più di Germania e Francia“
In rallentamento i prezzi dei beni alimentari lavorati (da +2,5% a +2,1%) e dei trasporti: da (+2,7% a +2,4%). In flessione le tariffe energetiche non regolamentate (da -13,9% a -13,5%) In lieve aumento i beni alimentari non lavorati (da +2,2% a +2,3%). L’inflazione di fondo decelera (dal +2,1% al +2,0%)
Dai dati dell'istituto, l'occupazione aumenta dello 0,4% rispetto a marzo 2024, con 84mila nuovi assunti e portando il totale dei lavoratori a 23,98 mln. Il numero di persone in cerca di lavoro è diminuito del 3% (55mila unità), gli inattivi restano stabili al 33%. Rispetto ad aprile 2023, gli occupati sono cresciuti del 2,2% (516mila unità)
L'indice di fiducia dei consumatori passa da 95,2 a 96,4, sostenuto da miglioramenti in tutti i quattro indicatori mensili, mentre per le imprese da 95,8 a 95,1 (in calo per il secondo mese consecutivo). I picchi maggiori sono nei settori delle costruzioni e dei servizi, per Cna "legati a problematiche sui bonus edilizi e ritardi burocratici"
La stima evidenzia una flessione congiunturale delle esportazioni italiane del -1,7%. Un dato che, epurato come fa l'Istat dalle movimentazioni della cantieristica navale di febbraio, risulta in realtà pressoché stabile (+0,2%). Su base annua, si registra un -8,9% in valore e -10,3% in volume, maggiore per i mercati Ue
Nonostante una crescita economica sopra la media Ue dopo il 2020, il 2023 ha visto dei rallentamenti, comunque con un modesto aumento del Pil (+0,9%) e dell'occupazione (+2,1%). La spesa familiare cresce inegualmente sul territorio e, dal punto di vista demografico, la popolazione giovane è in declino, soprattutto nelle zone rurali e nel Mezzogiorno
Quattordicesimo mese di fila in calo per la produzione industriale italiana. È questa l'immagine restituita dall'Istat che mostra una diminuzione nel primo trimestre, rispetto ai tre mesi precedenti, dell'1,3%. Per marzo invece diventa un -3,5% anno su anno. "Dati allarmanti" lo afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori
La stima dell'Istat vede un tasso di occupazione record che ha raggiunto il 62,1% (+1,8% rispetto a marzo ‘23). Ad incrementare i dipendenti permanenti, di 559 mila unità (totale a 18,8 mln), e gli autonomi (+46mila, per un complessivo di 5,5 mln. La disoccupazione scende al 7,2% (-0,2 punti) e quella giovanile al 20,1% (-2,3 punti)
La lieve decelerazione, rispetto al +1,2% del mese precedente, risente perlopiù della flessione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (-13,9% da -10,3% di marzo) e dei servizi relativi ai trasporti (+2,9% da +4,5%). In leggero rallentamento risultano anche i prezzi dei beni alimentari (+2,6% da +2,7%)
Le stime preliminari dell'Istat rivelano una crescita nei settori primari, industriali e dei servizi che anno su anno è dello 0,6%. La Germania ha superato le previsioni degli economisti con una crescita dello 0,2% congiunturale. Anche la Francia segna un +0,2%, trainata da consumi familiari e investimenti fissi lordi
Il 2024 si apre con un -1,2% sulla produzione industriale rispetto al mese di dicembre. Febbraio, invece, fa segnare un cambiamento di marcia con un +0,1%. Su base annua però il dato si attesta a -3,1%, influenzato dalle diminuzioni del -5,3% dei beni di consumo, del -4,2% nell'energia e -2,1% dei beni intermedi
L'Istat conferma il rallentamento dell'indice della produzione industriale a gennaio, con una contrazione diffusa in tutti i settori. Ma il vero tonfo si registra sui beni durevoli, che calano del 12,3% annuo. Le associazioni dei consumatori sollecitano interventi governativi
Negli ultimi tre mesi dell'anno l'aumento è stato dell'1,8% rispetto allo stesso periodo del 2022. L'impennata dei prezzi è guidata principalmente dalle abitazioni nuove, che hanno visto una crescita dell'8,9%. Questo in un contesto che vede il calo del 3,3% delle transazioni. Anche per il 2024 previsti aumenti
L’Istat conferma le stime di fine gennaio sulla crescita congiunturale del Pil del quarto trimestre ’23, trainata soprattutto da investimenti, domanda estera netta e spesa delle Amministrazioni Pubbliche. In termini tendenziali la stima risulta incrementata a +0,6% rispetto al precedente +0,5%. Comunicata anche una revisione al rialzo a +0,2% relativa alla variazione acquisita per il ’24 (in precedenza pari a +0,1%)
L'Istituto ha rivisto al rialzo il Pil 2023 (dalla precedente previsione di un +0,7%), superando anche le stime della Nadef, che prospettavano una crescita dell'0,8%. Nonostante il miglioramento nel rapporto deficit-Pil, si registra un peggioramento rispetto alla previsione del 5,3%. Il debito pubblico al 137,3% è in progresso rispetto al 140,5% del 2022
Secondo i dati Istat la “locomotiva” d'Italia mostra segni di declino demografico, con una diminuzione complessiva di 34.324 abitanti dal 2019 al 2023. Milano è la città più colpita, che passa da 3.250.077 a 3.228.006 residenti (nella sola area comunale la flessione è del 2,6%). Al secondo posto Varese, con un calo di 5.354 unità (-0,6%) e poi Pavia, con 5.311 residenti in meno (-0,9%). Bergamo, terza in Regione per popolosità, rimane stabile, passando da 1.107.159 a 1.106.303 abitanti (-856, -0,07%). A crescere solo Brescia (+0,23%), Monza e Brianza (+0,71%), e Lodi (+0,52%)
Il 2023 ha visto questi prodotti rappresentare il 31,5% delle transazioni nel mercato della distribuzione in Italia (28,3% nel 2019). Tuttavia, l'incremento dei prezzi ha portato gli italiani a spendere circa 9 mld in più per quantità inferiori di cibi e bevande. Coldiretti sottolinea la necessità di aumentare i fondi destinati all'agroalimentare per garantire la sicurezza alimentare
Secondo il report dell'Istat, gli arrivi nelle strutture agrituristiche hanno mostrato un recupero rispetto al 2021 (+35%) e addirittura al 2019 (+8,5%). Le aziende del Centro e Nord-Est ospitano il 73% degli agrituristi, la Toscana e il Trentino-Alto Adige/Südtirol mantengono una forte attrattiva, mentre la permanenza media della è per gli stranieri di 4,6 giorni e gli italiani 3,1 giorni
La sfida demografica si riflette nel rapporto generazionale sbilanciato, con oltre 5 anziani per ogni bambino sotto i 6 anni. La natalità è in diminuzione, con 393mila nati nel 2022. La suddivisione di genere mostra una leggera maggioranza femminile (51,2%). Gli stranieri rappresentano l'8,7% della popolazione residente, anche qui con una leggera prevalenza femminile
Dopo il rallentamento registrato a settembre (-4,5%), l'Istat osserva una ripresa delle esportazioni ad ottobre, trainata dalle maggiori vendite di beni di consumo non durevoli e beni strumentali. Parallelamente, si registra un aumento delle importazioni in termini congiunturali (+2,8%). Su base annua l’export cresce del 3,0% in termini monetari (era a -6,4% a settembre), mentre resta negativo (-0,4%) in volume. In controtendenza, l’import segna una flessione tendenziale del 9,2%
Nel terzo trimestre del ‘23, gli occupati aumentano in termini congiunturali di 65 mila unità, a seguito della crescita dei dipendenti a tempo indeterminato (+0,5%) e degli indipendenti (+0,2%). Lo rileva l'Istat. Su base tendenziale l’aumento è del 2,1% in un anno, coinvolgendo i dipendenti a tempo indeterminato (+3,1%) e gli indipendenti (+1,6%). Il tasso di occupazione sale al 61,5%
Nel periodo luglio-settembre 2023 il saldo delle esportazioni si attesta sui 19,22 mld di euro, a fronte dei 19,93 mld dello stesso periodo dello scorso anno. Il dato regionale è peggiore rispetto a Lombardia (-2,7%) ed Emilia-Romagna (-1,4%). Se ampliamo lo sguardo ai nove mesi, rispetto a gennaio-settembre 2022, si registra una crescita di 424 mln di euro, passando da 60,851 a 61,275 mld (+0,7%). Nello stesso periodo l'Emilia mette a segno un +1,4% e la Lombardia un +1,6%
Il Pil italiano è atteso in crescita dello 0,7% nel biennio '23-'24, in rallentamento rispetto al +3,7% del 2022. Lo stima l'Istat nel rapporto sulle Prospettive per l'economia italiana. L'aumento sarà sostenuto principalmente dal contributo della domanda interna. Previste diminuzione dell’inflazione, che spingerà i consumi, e frenata degli investimenti. In vista graduale recupero delle retribuzioni e crescita dell’occupazione
La stima è stata diffusa oggi dall'Istat, che ha rivisto al rialzo la proiezione di crescita nulla del mese scorso. La variazione acquisita per l'intero anno è del +0,7%, in linea con il dato diffuso a ottobre. Per l'Istituto i consumi finali e le esportazioni sono aumentati entrambi dello 0,6%. Segno meno per gli investimenti fissi lordi (-0,1%) e per le importazioni (-2%)
I dati Istat segnalano un aumento dell'occupazione rispetto a settembre 2023 (+27mila unità), che coinvolge uomini, donne e dipendenti permanenti, a eccezione della fascia 35-49 anni. In calo invece i dipendenti a termine e gli autonomi. A livello tendenziale, l'aumento è del 2% (+458mila unità). Cresce anche il tasso di disoccupazione giovanile (24,7%, +1,5% rispetto al mese precedente). Il ministro Urso: "Il tasso di occupazione al 61,8% segna il record storico per il nostro Paese"
Dopo il -0,1% mese su mese di ottobre, le stime preliminari dell’Istat per novembre vedono una riduzione dello 0,4% rispetto al mese precedente e un aumento dello 0,8% su base annua. Il rallentamento del tasso di inflazione su base tendenziale, ai minimi da marzo 2021, si deve principalmente ai prezzi energetici e, in misura minore, al rallentamento degli alimentari lavorati, dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei servizi relativi ai trasporti. I prezzi del “carrello della spesa” frenano dal +6,3% di ottobre a +5,8%
I dati Istat di settembre coinvolgono sia il mercato interno (+1,5%) che quello estero (+0,6%). Gli incrementi più significativi si registrano nei beni strumentali (+3,5%) e nell'energia (+6,9%), mentre beni intermedi (-0,2%) e beni di consumo (-0,9%) mostrano una lieve flessione. La destagionalizzazione prevede un rialzo nel settore manifatturiero a settembre (+0,9%)
L’industria italiana rimane stabile rispetto al mese di agosto, secondo la stima dell'Istat. Nella media del terzo trimestre il livello della produzione aumenta (+0,2%) rispetto ai tre mesi precedenti, per tutti i settori di attività economica, ad eccezione dei beni di consumo (-2.2%). Si registrano variazione positive su mezzi di trasporto (+11,2%), prodotti farmaceutici (+2,3%) e prodotti chimici (+0,9%)
La diminuzione mensile è dovuta ad una flessione sul mercato interno (-0,6%) e ad un contemporaneo lieve aumento su quello estero (+0,1%). Il fatturato su base tendenziale riporta decrementi su entrambi i fronti (-5,7% a livello italiano e -3,8% sul mercato estero). Calo mensile del manifatturiero (-1,0%) e settori industriali altalenanti: ok i beni di consumo, male i beni intermedi
Dai dati dell'Istat la diminuzione è dovuta ai cambiamenti demografici nelle donne in età fertile, con una drastica riduzione delle nascite rispetto al 2008. Anche l'apporto positivo alla natalità dalla popolazione straniera si è attenuato. Un'altra tendenza rilevante è l'aumento delle nascite fuori dal matrimonio, oltre alla difficoltà economica e l'accesso alle abitazioni
Nel 2022, fra gli under 35 con titolo conseguito da almeno un anno e non oltre tre, cresce il tasso di occupazione: 56,5% tra i diplomati (+6,6% sul 2021). In Italia quasi 1 giovane su 5 non studia, non lavora e non è inserito in un percorso di formazione. La quota di Neet sul totale dei 15-29enni è stimata al 19% per il 2022 e risulta essere più elevato di quello medio europeo (11,7%)
Oltre al calo di valore, l'Istat stima, per le vendite al dettaglio, un calo congiunturale in volume dello 0,5%. Risultano in diminuzione le vendite dei beni alimentari (-0,2% in valore e -0,7% in volume). Secondo un'analisi di Coldiretti, il caro prezzi taglia del 4,5% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani nel '23, ma spendono comunque il 6,9% in più a causa dell'inflazione
Questo è ciò che è emerso dalle analisi dell'ufficio studi di Confindustria Udine su dati Istat. La forte contrazione del comparto del '22, dopo il boom del 2021, è proseguita anche nel primo semestre '23 con un calo della produzione anche più marcato a Udine (-11,1%). In netta diminuzione anche l'export sia regionale (-21,9% per il legno e -9,9% per il mobile) sia di Udine (-27% e -4,1%). In calo risultano anche gli ordini (-6,7% in Fvg e -6,8% a Udine)
Le esportazioni italiane verso la Germania hanno mostrato una leggera diminuzione (-1%), ma le importazioni sono cresciute (+1,5%). Per l'export, l'agroalimentare (+11,5%) e i mezzi di trasporto (+26,1%) sono cresciuti, mentre il chimico-farmaceutico e la siderurgia sono rallentati. L'E-R e il Veneto trainano (+17,6%) con 8,45 mld. Al contrario, la Lombardia ha mostrato un calo (-2,5%)
"Il Superbonus ha annullato i miliardi che erano stati portati dalla revisione dei conti che ha migliorato di 0,2 punti il deficit del '21". Lo ha spiegato il capo della direzione contabilità dell'Istat. Che ha anche confermato il tasso di crescita (3,7%) dello scorso anno. Nel '22, l'industria ha subito una diminuzione dello 0,2%, ma il settore delle costruzioni è cresciuto del 10,1% e i servizi del 4,5%
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