Le indagini delle Fiamme Gialle di Milano hanno rivelato un circuito di false fatturazioni nel commercio internazionale di traffico dati VoIP, la tecnologia che consente agli utenti di effettuare chiamate vocali tramite Intranet. Evidenziando, dal 2019 al 2021, per circa 250 mln, una frode-carosello con la sistematica evasione dell’Iva dovuta per 53,8 mln. Al centro dello schema si troverebbe un’azienda ravennate leader nel commercio del gas e dell'energia, “che volgendo in uno stato di crisi, è stata attratta dalle promettenti marginalità di guadagno prospettate da un broker milanese residente in Svizzera, arrestato in queste ore”
Il meccanismo di frode si avvaleva di numerose società commerciali (66 quelle coinvolte di cui 18 fallite) intestate a “prestanome”, ma di fatto gestite da un’associazione criminale con sede nel capoluogo lombardo. I bilanci venivano falsificati al fine di ottenere, da parte di vari istituti bancari, l’apertura di linee di credito per la maggior parte garantite dallo Stato. Le somme venivano poi riciclate attraverso l'acquisto di ricariche telefoniche vendute "in nero" a terzi. Oppure trasferite su conti correnti esteri intestati a soggetti economici di diritto cinese e successivamente restituiti in contanti. Più di cento gli indagati
Le misure cautelari sono state eseguite nell’ambito dell’inchiesta sull’appalto da 5,6 mln affidato in forma diretta dall'Ausl reggiana per la fornitura di dispositivi sanitari durante la pandemia. Gli imprenditori Lorenzo Scarfone e Paolo Paris avrebbero importato le mascherine dalla Cina e falsificato le etichette ‘Ce’ sulle scatole, autoriciclando il profitto illecito per ulteriori acquisti nel settore. Coinvolti anche il risk manager dell’Ausl Pietro Ragni, corrotto per favorire l'aggiudicazione del contratto, e Giovanni Morini, ingegnere e responsabile dei controlli nell’azienda sanitaria
Per una presunta maxi-frode fiscale con 1,8 mld di euro di fatture false, e una evasione Iva pari a 260 mln nel settore della grande distribuzione, la Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Gs, Margherita distribuzione (ex Auchan), Miti, che opera nel campo del personal care e altre 4 società e per 22 imputati. Le accuse sono associazione a delinquere e frode fiscale
I reati individuati nell’ambito di un'operazione condotta dalla Gdf in Piemonte e Lombardia sono autoriciclaggio, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e omesso versamento dell’Iva. Il meccanismo fraudolento vedeva un giro di fatture, per operazioni inesistenti, trasferire illecitamente capitali verso la Repubblica Popolare Cinese. Somme che venivano poi restituite agli indagati in contanti, per una commissione pari all’1% degli importi
Sono state scoperte dalla Guardia di Finanza di Senigallia 15 società cartiere con sedi presso grandi centri commerciali in Lombardia o Toscana, attraverso cui erano emesse false fatture per servizi e merci inesistenti. Stimando, in poco più di un anno, tra gennaio 2022 e febbraio 2023, un'evasione dell’Iva per 33 mln e altri 28 mln di mancati pagamenti di imposte dirette. Denunciate 18 persone, tre italiani e 15 cinesi
Confiscati anche beni per un valore di circa 150 mln. L’indagine è partita nel 2019, quando la Gdf di Parma ha rilevato delle anomalie nel prezzo praticato da alcuni distributori nella provincia emiliana. Il meccanismo prevedeva che un'azienda parmense acquistasse i carburanti da Slovenia e Croazia evadendo così l’Iva. Per l'erario si stima un danno complessivo di oltre 90 mln
Sei le persone arrestate dalla Gdf a Varese, Bergamo, Como e Sesto San Giovanni, su disposizione della Procura europea di Milano. Lo schema "carosello" della truffa prevedeva varie società con sede in Bulgaria, Slovacchia, Polonia e Paesi Bassi, le quali vendevano sottocosto materiale informatico ed elettronico a società di comodo in Italia. I prodotti venivano poi rivenduti ad imprese regolari ad un prezzo molto competitivo. Sequestrati immobili, auto di lusso, gioielli e denaro contante
Sono 22 i soggetti coinvolti dalle 45 perquisizioni eseguite all’alba di stamattina, tra cui vari imprenditori di Bergamo e Brescia. Il sistema permetteva di accumulare denaro in conti corrente esteri, soprattutto Croazia, attraverso fittizi contratti di appalto e subappalto. Il procuratore Viola: “Dissimulate somministrazioni irregolari di manodopera, il denaro era poi prelevato in contanti e reintrodotto sul territorio nazionale”
L’operazione aveva preso l’avvio da un controllo della Gdf di Portogruaro su un camion carico di capi di abbigliamento, con false etichettature che riconducevano al Made in Italy. Le indagini, durate sette mesi, ne hanno accertato la provenienza estera. Emessi decreti di perquisizione e sequestro per oltre 400 esercizi commerciali, sequestro probatorio di 4.800 capi. Denunciate sei persone
Il provvedimento, che ha riguardato 5 società operanti tra Veneto e Lombardia, è stato frutto di un indagine iniziata nel 2020 relativa al sequestro di una quantità considerevole di mascherine di protezione. Il risultato ha portato allo smascheramento di un meccanismo di frode che vedeva protagonista una società “cartiera”, sconosciuta al Fisco, che trasferiva il denaro a società terze
Si ipotizza una frode all'Iva nel settore del commercio dell'abbigliamento, messa in atto da sette società gestite da persone che si avvalevano del Centro Ingrosso Cina di Padova. Il reato è dichiarazione fraudolenta con uso di fatture attestanti operazioni inesistenti. Un altro sequestro di 500 mila euro è stato eseguito dalla polizia di Venezia nei confronti di un altro imprenditore cinese
A capo dell’associazione a delinquere ci sarebbero un commercialista, un consulente fiscale e un imprenditore. I sospettati hanno condotto le operazioni all’ombra di società sia fittizie che attive, altri 37 indagati si sarebbero occupati di fatturazioni per operazioni inesistenti e svuotamento di capitale dai conti societari
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