Manuela Dal Lago ce l’ha dunque fatta, è lei il nuovo presidente della Serenissima, la società concessionaria dell’autostrada Brescia-Padova. L’accompagneranno nel mandato tre vicepresidenti, sette componenti del comitato esecutivo, quindici consiglieri e cinque sindaci. Sette componenti del comitato esecutivo e cinque sindaci parrebbero molti. La Serenissima ha soci pubblici e soci privati, soci pubblici governati dal centrodestra e soci pubblici governati dal centrosinistra, soci lombardi e soci veneti e garantire un’adeguata rappresentanza a tutti non è facile.
Un comma della Finanziaria 2007 aveva previsto che gli amministratori designati dagli enti locali nelle società da questi partecipate non potesse essere superiore a cinque. Una norma dirigistica, ma fin troppo giustificata dall’abitudine di molti Comuni e Province di creare società di ogni tipo e di affollarne i consigli di amministrazione con personaggi ben pagati ma della cui utilità è spesso lecito dubitare. Detta così verrebbe da pensare che anche alla Serenissima si sia esagerato con i numero degli amministratori, ma se si pensa che, valutata al prezzo delle ultime transazioni, la Serenissima dovrebbe valere dieci milioni di euro per ogni punto percentuale del suo capitale ben si comprende che i molti enti pubblici soci hanno buone ragioni per voler vigilare direttamente su questo tesoro. Più ragione di tutti ha Manuela Dal Lago che negli ultimi tempi non solo non ha seguito l’esempio di quegli enti che hanno fatto cassa vendendo la partecipazione nella Serenissima, ma addirittura ha impegnato non poco il bilancio della Provincia di Vicenza per accrescere la presenza berica nel capitale della società. Mentre gli enti che hanno venduto stanno già costruendo strade e scuole con quanto hanno ricavato, la Dal Lago pensa di poter far fruttare l’investimento mettendo a frutto le grandi disponibilità della Serenissima per far sì che investa in infrastrutture della provincia di Vicenza. È lecito dubitare della legittimità di un simile disegno, ma staremo a vedere. Per l’intanto Manuela Dal Lago ha fatto un primo passo piazzandosi sul ponte di comando. Anche il tempo gioca contro i disegni della nuova presidente. Quando la Provincia di Vicenza ha acquistato le ultime azioni della Serenissima veniva data per certa la proroga della concessione che avrebbe consentito una programmazione finanziaria di lungo periodo. Oggi invece non vi è alcuna certezza che al 2013 la concessione sarà rinnovata se non attraverso una gara. La scadenza della concessione inciderà anche e ovviamente sul valore delle azioni. La Dal Lago farà bene a mettercela tutta – e con lei gli altri amministratori che sono espressione di quegli enti che hanno voluto conservare l’investimento nella Serenissima – se non vorrà essere ricordata come la presidente che ha fatto fare alla Provincia di Vicenza uno dei peggiori affari della sua storia.