La Provincia di Venezia ha appena annunciato che non attenderà il Comune di Milano e la Provincia di Milano per mettere in vendita la propria residua partecipazione del 3,4% nell’autostrada Serenissima. I 35 milioni di euro che dovrebbero essere quanto si ricaverà dalla dismissione sono, ad avviso del presidente Zoggia, assolutamente necessari per finanziare il programma di opere pubbliche dell’ente lagunare. In contemporanea sì è avuta la notizia che la Provincia di Vicenza si appresta invece ad accrescere la propria partecipazione in quanto «Con Verona – ha detto la presidente Dal Lago – proseguiamo l’azione di rafforzamento e tutela del controllo pubblico della Serenissima. La logica degli enti pubblici non è quella di spartirsi utili, ma di garantire investimenti per lo sviluppo del territorio», Non pare dubbio, tuttavia, che i 35 milioni di euro che incasserà Venezia saranno destinati ad opere pubbliche utili al territorio nel mentre quel che le province di Vicenza e di Verona andranno a pagare per accrescere la loro partecipazione nella Serenissima, per il momento, andrà soltanto a finire nelle casse di chi cede la propria partecipazione.
Par di capire che il beneficio per le province di Vicenza e Verona dovrebbe derivare dalla possibilità di indirizzare gli investimenti della Serenissima «per lo sviluppo del territorio». Senonché la Serenissima ha un socio privato che ha speso 200 milioni di euro per acquistare il 20% della società ed è ragionevole ritenere che, il pari di tutti i soci privati di una società per azioni, egli si aspetti di ritrarre degli utili da quell’investimento. Non è questa – ha detto la presidente Dal Lago – «la logica degli enti pubblici»; verissimo, ma quello di dividere gli utili tra i soci ilo scopo di qualsiasi società per azioni disciplinata dal codice civile.
Mentre le province venete discutevano delle loro partecipazioni nella Serenissima, a Milano il sindaco Albertini ha denunciato alla Corte dei Conti il presidente della Provincia Penati che, pur di arrivare ila solo alla maggioranza, ha acquistato dal gruppo Gavio il 15% dell’autostrada Milano-Serravalle pagando 8,83 euro per azione. Soltanto ad aprile la Provincia aveva offerto 4,85 euro ad azione. Gavio aveva da non molto acquistato quella stesse azioni da altri enti locali ad « prezzo massimo di 2,3 euro. Gavio ha guadagnato nell’operazione 165 milioni di curo. Anche Penati, in linea con la presidente vicentina, ha dichiarato di considerare queste partecipazioni «come fattori di sviluppo» censurando al tempo stesso Albertini che le considererebbe solo «strumenti per fare cassa». Non deve esserci nulla di ideologico nel dibattito se è vero che Penati e Zoggia sono due ds a capo di giunte di centrosinistra nel mentre Albertini, al pari della Dal Lago, è a capo di un a giunta di centrodestra. Quanto accaduto a Milano dimostra però che il tentativo di mantenere il controllo delle società autostradali può portare ad impegni che sono sproporzionati rispetto alle possibilità di un singolo ente locale. È anche chiaro che ciascun ente pubblico può avere la propria strategia per la gestione della partecipazione e che dalle diverse strategie possono nascere dissidi profondi che non giovano né alla società né agli enti coinvolti. Vendere ed investire nel proprio territorio è invece una strategia senza incognite.