«Il nostro principale ingrediente è la vera e onesta passione»: così afferma Dario Loison, titolare della pasticceria artigianale fondata nel 1938 a Costabissara (Vicenza) dal nonno Tranquillo. Una storia di famiglia dunque, che ha visto un’azienda nascere con la prima generazione, crescere a livello locale con la seconda – Traquillo e il figlio Alessandro inaugurano il nuovo laboratorio nel 1969 – ed affacciarsi all’export in Europa e Oltreoceano con la terza – traguardo raggiunto nel 1992 da Dario. «Posso dire che la nostra azienda non ha sofferto il passaggio generazionale – afferma Dario Loison –, nemmeno con la terza generazione, quando l’avvento di internet e della globalizzazione ha radicalmente cambiato gli scenari. Anzi, per noi questo è stato uno stimolo a velocizzare la trasformazione , affacciarci all’export grazie alla lingua inglese, condividere e ricevere feedback da altri mercati, e innovare costantemente di conseguenza: siamo passati così dall’essere un’azienda regionale statica a essere una realtà presente in 55 Paesi, con un export che costituisce la metà degli otto milioni di euro di fatturato». Oggi Loison vanta oltre 100 proposte in catalogo oltre alle personalizzazioni, uno spazio di oltre 4000 metri quadrati, 25 collaboratori diretti e una quarantina di stagionali – nei periodi di punta la produzione arriva a toccare i 6000 kg al giorno.
Per quanto la gamma di dolci prodotti sia ampia, dalle colombe ai biscotti, “re” indiscusso di casa Loison rimane il panettone con una quindicina di referenze: è su questo dolce tradizionalmente natalizio che Dario ha infatti espresso il suo “genio imprenditoriale”, trasformandolo da prodotto stagionale a prodotto senza tempo. «Il panettone è uno dei dolci italiani più conosciuti nel mondo e il più conosciuto in molti Paesi, prodotto da almeno due generazioni in Sudamerica e in Australia – racconta Dario –; per cui, in virtù dei legami con i mercati esteri che avevamo già instaurato, l’abbiamo inserito con successo anche lì proponendo gusti nuovi ogni anno, non necessariamente legati alla stagione natalizia». Nel 2000 è arrivato così il panettone al Torcolato di Breganze in comarketing con l’azienda agricola Maculan, il primo panettone al passito prodotto in Italia; nel 2002 quello alla grappa Poli; e nel 2005 il primo panettone prodotto con un Presidio Slow Food, il mandarino tardivo di Ciaculli, oggi un vero e proprio “must”. L’ultimo nato di una lunga lista è il panettone allo sciroppo di rose ligure, anch’esso presidio Slow Food. Il panettone di Loison ha poi fatto il suo ingresso anche nel mondo della gastronomia, con la polvere di panettone usata da diversi chef stellati per i loro piatti: tra questi il risotto alla milanese preparato per l’Expo da Davide Oldani.
La qualità del prodotto è poi accompagnata dalla qualità dell’immagine: e a curarla è Sonia Pilla, con uno stile appositamente concepito per l’azienda – definito per l’appunto “stile Loison” – che “sdogana” anche il packaging dai tradizionali rimandi natalizi e mira anche a trovare una seconda vita all’oggetto: Sonia ha infatti concepito confezioni che diventano borse da shopping, trousse da viaggio, complementi d’arredo e altro ancora. Confezioni che sono insomma delle vere e proprie opere d’arte e di design, che consentono di unire la tradizione del “bello” a quella del “buono” del territorio veneto.
Da non dimenticare, infine, il museo Loison: uno spazio nato e cresciuto grazie alla passione di Dario Loison per gli oggetti d’antiquariato e in particolare gli antichi macchinari da pasticceria, che lui definisce «muti ed immobili testimoni che rappresentano un’epoca e quindi uno preciso spaccato della società di quel tempo». Una collezione di libri antichi, poster, cartoline, bottiglie di aromi ed essenze dei primi del Novecento, che indubbiamente vale la visita.