Salvini si trova «incastrato in una contraddizione»: da una parte, l’Autonomia è un totem per il suo partito al Nord, dall’altra rischia però di compromettere il suo disegno di espansione elettorale al Sud. Nelle file dell’opposizione, intanto, (quasi) tutti danno per scontato il ritorno alle urne. La riforma è una zeppa alla legislatura. O può essere un pretesto... Riportiamo l’editoriale di Francesco Verderami pubblicato il 16 febbraio sul Corriere della Sera.
La fine del percorso propositivo del regionalismo differenziato, che sembrava preludere all’inizio di una nuova stagione, rischia di diventare l’inizio della fine. Un’autonomia potenzialmente stritolata in una tenaglia del consenso. Con l’M5S che prenderà sempre più le difese del Sud e l’ex Lega padana in versione sovranista che dovrà tenere calmi i suoi prendendo (anche) le parti di un Meridione storicamente allergico al partito del Nord e ora sempre più pronto a salire sul Carroccio. Riportiamo l’editoriale di Alessandro Russello pubblicato il 16 febbraio sul Corriere del Veneto.
C’è forse ancora oggi qualcuno che non parli di ecologia, della necessità di curare il nostro pianeta che inizia a mostrare segni evidenti di degrado? Tutti sono convinti che debba essere trovata una disciplina nei nostri comportamenti usuali, come, ad esempio, utilizzare il cosiddetto “car sh...
Un fantasma si aggira per l’Italia: il Mezzogiorno. Venti o trent’anni fa meridionali sotto attacco dei nordisti avrebbero dato fuoco alle polveri. La scuola giuridico filosofica crociana si sarebbe mobilitata e con lei i pensatori che giusto o sbagliato che fosse hanno alimentato un dibattito l...
“Penso che sia del tutto corretto che su un tema di questa portata ci sia un coinvolgimento del Parlamento. Non so se l’intesa sia emendabile: sono dell’opinione che non lo sia. Ma in ogni caso, prima della firma dell’intesa noi siamo assolutamente pronti al confronto con il Parlamento. Anche perché siamo convinti che l’autonomia spaventi soltanto chi non la conosce”. Riportiamo l’intervista al ministro Stefani, pubblicata sul Corriere della Sera il 16 febbraio.
Il professionista ombra che ha disvelato al Movimento la portata del piano-scorciatoia della Lega sull’autonomia differenziata fornendo linfa vitale al contro dossier del M5S, si chiama Vincenzo Presutto. Ed è decisamente un grillino anomalo. Uno che, a suo agio con la grisaglia di senatore, ...
Il giorno dopo la falsa partenza sull’autonomia differenziata, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte frena la corsa della Lega e dei suoi governatori che vorrebbero varare le «intese tra il governo e le Regioni» negando al Parlamento la possibilità di emendarle. Così, dopo il flop in Consiglio dei ministri di giovedì sera, sembra quanto meno rinviato il piano della Lega di varare in tempi stretti le intese tra governo e Regioni da sottoporre poi alla pura ratifica delle Camere. Riportiamo l’articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 16 febbraio.
L’autonomia del Veneto è tutt’altro che conclamata dal “pacchetto” messo a punto dal governatore Zaia e dal ministro Stefani. Anzi, al di là della propaganda, la vera partita si giocherà dopo le Europee nelle aule parlamentari. Sono numerosi gli scogli ancora da superare: dalle risorse economiche al futuro dei dipendenti di settori cruciali come la scuola e la sanità. Nell’elenco anche le regioni del Sud, che cominciano a mobilitarsi contro la “secessione dei ricchi” che penalizzerebbe ulteriormente mezza Italia.
Il tasso di utilizzo delle risorse naturali è ampiamente superiore a quello di rigenerazione: senza un rapido cambio di rotta l’umanità rischia seriamente di compromettere il proprio livello di benessere già dal prossimo decennio. Per questo è necessario definire e promuovere una nuova agenda per il governo del pianeta. Da un lato, ciò significa ripensare la sostenibilità delle filiere di produzione, dall’altro, l’attenzione si focalizza sia sul prodotto/servizio nella fase di utilizzo e nel post-consumo sia sul ruolo del cittadino-consumatore. Riportiamo l’articolo tratto da Economia&Management.
Primo esempio al mondo di riconversione di una raffineria convenzionale in bioraffineria, in grado di trasformare materie prime di origine biologica in biocarburanti di alta qualità, la Bioraffineria Eni di Porto Marghera è frutto dell’impegno per l’innovazione attraverso lo sviluppo e l’implementazione di tecnologie distintive compatibili con l’ambiente.
Lo scorso 29 gennaio l’Assessore Elena Donazzan e il dirigente Santo Romano, in collaborazione con le parti sociali, hanno presentato gli interventi a supporto di imprese e persone che la Regione Veneto finanzia grazie al Fondo Sociale Europeo (FSE).
Il FSE è il principale strumento della prog...
Cda, nata nel 1976 con sede a Talmassons (UD), installa e gestisce distributori automatici per i servizi di ristorazione/fornitura di generi alimentari. Ciò che da sempre ne caratterizza il DNA è la tutela dell’ambiente, ma anche del benessere dei propri collaboratori.
Torna l’ottava edizione della Green Week, che si aprirà il 26 febbraio con un tour alla scoperta delle “Fabbriche della Sostenibilità”: tre diversi itinerari di visita attraverseranno le eccellenze imprenditoriali e i territori green di Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lombardia e Trentino. A Rovereto e poi a Trento dal 1 marzo la conclusione con il Festival della Green Economy: tra gli ospiti Profumo, Calabrò, Bonomi, De Masi, Majorana, Sobrero, Niederkofler e 20 big del mondo dell’impresa.
Il Gruppo Dolomiti Energia, una delle principali realtà multiutility nazionali e uno dei primi produttori italiani di energia idroelettrica, è attivamente impegnato non solo nel far conoscere la propria attività come produttore di energia pulita, ma anche nel sensibilizzare sul tema della sostenibilità ambientale. Per questo, il Gruppo ha promosso il progetto Hydrotour Dolomiti, un vero e proprio viaggio alla scoperta di questa forma di energia pulita e di che cosa significhi per il territorio.
L’azienda è tra le più conosciute del distretto tessile comasco: fu fondata nel 1945 da Antonio Ratti, che in azienda ancora molti ricordano come imprenditore appassionato e illuminato, anche sul tema della sostenibilità sociale. Da quando il gruppo Marzotto ha acquistato la Ratti, l’età media è scesa sensibilmente, l’alternanza scuola-lavoro è diventata un punto d’orgoglio e, cosa forse più importante, la sostenibilità ambientale e sociale si è trasformata in priorità. Riportiamo l’articolo pubblicato dal Sole 24 Ore l’8 agosto 2017.
Chi l’ha detto che l’attenzione all’ambiente è per l’azienda solo un costo, e che nemmeno il ritorno d’immagine è sufficiente a ripagare la spesa? O che il rispetto dell’etica sia «fumo» e nient’altro? La storia di Davines, azienda di Parma nota nel mondo per i suoi prodotti cosmetici ecosostenibili, letta attraverso i suoi bilanci, suggerisce il contrario. Riportiamo l’articolo pubblicato da L’Economia il 14 gennaio 2019.
In questo editoriale, il vicedirettore del Trentino si chiede se l’attuale governo provinciale stia effettivamente compiendo scelte a favore dei trentini, o se invece non stia chinando il capo a Roma e a Venezia. Dal passaggio al reddito di cittadinanza al capitolo della holding triveneta su strade e autostrade, Mantovan vede ridotta l’autonomia trentina, e si domanda: “La Lega riesce ad essere autonomista e autonoma o è ineluttabilmente soltanto sovranista, veneto-romana?”.
Esattamente venti anni fa il Signor Nicola Pignolo ha costituito la sua società, la Niccons Italy Srl, allo scopo di produrre e vendere ogni cosa che riguardasse il condizionamento degli ambienti e la loro ventilazione. Sembrerebbe a prima vista un orizzonte limitato: cosa mai si può fare con prod...
La manovra nazionale «costa» al Trentino 70 milioni di euro. Un importo, questo, che Fugatti contava di recuperare attraverso un emendamento inserito nella legge di bilancio nazionale che, però, è sparito dal testo finale. Netti i giudizi dell’opposizione: “Un ammanco che apre seri interrogativi sul potere di persuasione che l’attuale maggioranza provinciale può vantare nei confronti del governo nazionale “amico”, nonché sull’effettiva vicinanza di quest’ultimo alle ragioni dell’autonomia”. Riportiamo l’articolo del Corriere del Trentino del 5 gennaio.
I conti per la nuova concessione di A22 ancora non tornano. Il Governo ha calcolato 120 milioni di «benefici», vale a dire utili realizzati da Autobrennero spa dal 30 aprile 2014, che secondo il ministro Toninelli dovrebbero tornare allo Stato perché realizzati negli anni in cui la concessione era già scaduta. Riportiamo l’articolo de L’Adige del 24 gennaio.
Trenta giorni di tempo, non uno di più. Scadrà il 31 gennaio, due mesi prima del previsto, il periodo a disposizione della Regione per siglare il nuovo patto finanziario con lo Stato. La legge di stabilità riduce infatti i margini di manovra per la giunta guidata da Massimiliano Fedriga, consider...
La promessa era di portare l’Autonomia alle regioni del Nord, anche per eliminare le disparità di trattamento tra Regioni ordinarie e speciali. Ma le azioni del governo vanno in un’altra direzione: togliere risorse ai “privilegiati” e riportare così la parità di trattamento. E chi vorrà l’autonomia se la dovrà pagare di tasca sua.
Domani nuovo incontro tecnico nella capitale per cercare di uscire dallo stallo tra governo e enti locali in merito alla nuova concessione A22. Si tratta di approfondire le cifre e trovare un minimo comune denominatore tra le richieste del ministero alle Infrastrutture e trasporti ed i soci di...
Il presidente Fedriga si ammala e salta la prevista comunicazione al Consiglio regionale sul patto finanziario con lo Stato. L'inconveniente scatena la polemica dell'opposizione: “Ad un giorno dalla scadenza fissata in legge dal governo non vi è traccia di una bozza di documento o di una ipotesi di accordo. Al momento dobbiamo versare 2,4 miliardi allo Stato mentre le altre Regioni speciali hanno già chiuso accordi vantaggiosi per le loro casse e per il loro territorio”. Riportiamo l’articolo del Piccolo del 31 gennaio.
Un brand “storico”, solidissimo, con una storia di 147 anni: eppure dalle parti di Pirelli nessuno ha mai pensato – nemmeno per un momento – di sedersi sugli allori per godere della “rendita” di una leadership ormai riconosciuta.
Ecco che di recente l’azienda, da sempre molto orient...
L’acquisizione della maggioranza del Trieste Airport è solo l’ultimo tassello di un processo di crescita di F2i nel business aeroportuale: la società già oggi controlla circa il 40% dei voli nazionali. Negli anni F2i ha effettuato anche altri investimenti infrastrutturali, ma quello degli aeroporti rimane comunque il focus principale, nella convinzione che da un sistema integrato di scalo passi una fetta importante della competitività a livello di sistema Paese. Questo ha spinto la società a perseguire strade di aggregazione. Riportiamo l’articolo de Il Piccolo del 24 gennaio.
Un numero di Monitor dedicato a due importanti partite che coinvolgono gli scali di Verona e di Ronchi dei Legionari e che hanno come co-protagonisti gli stessi soggetti: Save e il fondo F2i. Infatti, mentre a Verona Save rischia di perdere il Catullo, con Comune e Fondazione Cariverona che tengono aperto l’uscio per far uscire i veneziani e favorire l’ingresso di un socio finanziario che secondo indiscrezioni potrebbe essere F2i, a Ronchi il fondo ha ottenuto il via libera per l’acquisizione del 55% dello scalo triestino.
«Sul futuro dell’aeroporto Catullo gli enti pubblici devono remare dalla stessa parte, quindi ci deve essere una proposta unitaria». Il governatore trentino Maurizio Fugatti chiarisce quale sarà la posizione della Provincia autonoma all’interno della partita che riguarda il futuro dello scalo scaligero, di cui il Trentino esprime il vicepresidente: “Trento è pronta a sposare la linea del sindaco Sboarina di non voler rinnovare i patti parasociali di Save”. Riportiamo l’articolo del Corriere del Veneto del 24 gennaio.
Per l’aeroporto di Ronchi dei Legionari era attesa l’offerta di Save, che in realtà non è mai arrivata. Ronchi – secondo ambienti vicini alla holding presieduta da Enrico Marchi – è uno scalo pesantemente sovvenzionato dalla Regione Fvg e senza tali fondi lo scalo non starebbe in piedi. Ma la somma dei fondi regionali, fino al 2026, era conteggiata nel totale del prezzo di vendita (32 milioni). E se un domani una nuova giunta avesse deciso di eliminare o diminuire quella cifra? Ecco il timore di Save, quello di fare un investimento ad alto rischio. Riportiamo l’articolo del Messaggero Veneto del 16 gennaio.
Via libera alla vendita della maggioranza dell’aeroporto. L’iter procederà ora con l’assegnazione a fine mese, mentre il closing, trascorsi i 35 giorni previsti dal codice degli appalti, è in programma entro marzo. Riportiamo l’articolo de Il Piccolo del 25 gennaio.
Save oggi detiene il 40% del Catullo e, se qualche socio volesse vendere, potrebbe esercitare il diritto di prelazione e salire oltre il 50%, in virtù dei patti parasociali siglati nel 2013. L’annuncio del sindaco Sboarina di non voler rinnovare quei patti ha aperto scenari nuovi sul futuro del Catullo e di Save che inizieranno a chiarirsi da lunedì, quando è convocato un vertice di Aerogest, primo socio del Catullo con il 47% che riunisce le partecipazioni di Comune, Provincia, Camera di Commercio di Verona, e della Provincia di Trento. Riportiamo l’articolo del Corriere del Veneto del 23 gennaio.
Tornerà dal 26 febbraio al 3 marzo la Green Week. Ad aprire le porte 30 "Fabbriche della Sostenibilità" in Veneto, Trentino, Friuli Venezia Giulia, Lombardia ed Emilia Romagna. A Rovereto e poi a Trento la conclusione con il Festival della Green Economy. Realacci, Profumo, De Masi e Guzzini tra gli ospiti più attesi.
L’agricoltura biologica oggi registra una forte crescita in Italia. «Ma cinquant’anni fa, quando abbiamo cominciato, nessuno sapeva cosa fosse», spiega Paolo Cappellari, fondatore di Fomet, azienda veronese tra i leader italiani dei fertilizzanti organici, pensati per rispondere soprattutto alle esigenze dell’agricoltura biologica e biodinamica. Sfruttando materiali poveri, dai residui vegetali delle produzioni agricole fino alle cialde di caffè esauste, Cappellari ha fatto dell’economia circolare il suo credo.
Secondo il rapporto GreenItaly 2018, sono oltre 345.000 le imprese italiane dell’industria e dei servizi con dipendenti che hanno investito nel periodo 2014–2017, o prevedono di farlo entro la fine del 2018, in prodotti e tecnologie green. In pratica una su quattro. Non è difficile capire le ragioni di queste scelte: le aziende manifatturiere che hanno segnalato un aumento dell’export nel 2017 sono il 34% fra quelle che hanno investito nel green contro il più ridotto 27% relativo al caso di quelle che non hanno investito.
Lo scenario economico che si prospetta per l’anno appena iniziato, non è uno dei più rosei. Gli economisti prevedono stagnazione, se non una crescita negativa del PIL. E questa incertezza non può che influenzare anche gli operatori economici e, di conseguenza, gli imprenditori.
Ma i dati rel...
«Scania è in prima linea nel guidare il cambiamento verso un futuro sostenibile attraverso l’offerta di soluzioni di trasporto rispettose dell’ambiente e sostenibili dal punto di vista economico», spiega Franco Fenoglio, ad di Scania Italia. L’azienda vanta, infatti, la gamma di motori alimentati con carburanti rinnovabili più completa del settore dei veicoli pesanti ed è costantemente impegnata nel progettare nuove applicazioni per veicoli elettrificati.
Cielo e Terra, cantina con sede a Montorso Vicentino, torna anche quest’anno alla Green Week dove già nelle scorse edizioni aveva raccontato la sua esperienza e il suo impegno sul fronte della sostenibilità ambientale. Uno degli obiettivi primari dell'azienda è quello di ragionare sulla sostenibilità di tutto il ciclo produttivo coinvolgendo gli attori dell’intera filiera affinchè tutto vada recuperato e nulla gettato.
La sostenibilità ambientale riveste una particolare importanza per Amorim Cork Italia di Conegliano (TV), filiale italiana del gruppo portoghese Amorim approdata nel nostro Paese nel 1999 per produrre tappi di sughero. Infatti, l’interesse primario dell’azienda è quello di rispettare le foreste che forniscono la materia prima, premessa che si traduce in quello che l’ad Santos chiama “approccio trasversale” alla sostenibilità, ovvero un’attenzione all’impatto ambientale che si estende lungo tutto il ciclo produttivo.
Manifattura, dati Istat sul 2016: in termini regionali è chiaramente l’Emilia-Romagna a evidenziare le performance migliori, in media recuperando oltre un punto in termini di quota manifatturiera sul valore aggiunto, arrivando così a ridosso del Veneto, che pur mantenendo un lieve vantaggio in termini assoluti è stato in grado di crescere in misura minore. Riportiamo l’articolo pubblicato sul Sole 24 Ore il 2 gennaio 2019.
La regina della manifattura emiliano romagnola è l’industria meccanica: si può dire lo stesso per quella veneta? In termini relativi, la meccanica avanzata meccatronica pesa per il 41% del valore aggiunto dell’industria manifatturiera in Emilia e scende al 29% in Veneto. Data questa struttura, l’Emilia sopravanza il Veneto anche nell’export generato da queste due branche, e spinge verso un’incessante attività di ricerca e sviluppo, innovazione e formazione del capitale umano. Riportiamo l’editoriale di Franco Mosconi pubblicato sul Corriere del Veneto il 19 agosto 2018.
Fra le prime 10 province italiane in base al valore aggiunto manifatturiero pro-capite, tre si trovano in Emilia-Romagna, due in Veneto. Non sono due regioni identiche, ma si assomigliano nelle loro strutture economiche di fondo: entrambe eccellono nelle produzioni del Made in Italy, mostrano una significativa specializzazione nella meccanica (più spiccata nel caso emiliano-romagnolo) e sono sempre più terreno d’elezione di industrie science-based. Sono queste imprese che tengono il Paese ancorato al mercato unico europeo e all’economia internazionale. Riportiamo l’editoriale di Franco Mosconi, pubblicato sul Corriere del Veneto il 10 gennaio.
Veneto ed Emilia continuano ad assomigliarsi e molto. Uguali, sembrerebbero uguali. Eppure, del tutto uguali non sono. Le retribuzioni in Veneto sono più alte del Friuli, ma più basse del Trentino e, soprattutto, dell’Emilia. Inoltre, il PIL vede l’Emilia a 34.500 euro per abitante, contro i 30.800 del Veneto. Forse in Veneto ci sono due Veneti, mentre in Emilia Romagna, pur con due nomi, fanno più squadra. Riportiamo l’editoriale di Luigi Copiello pubblicato sul Corriere del Veneto il 14 agosto 2018.
Le micro e piccole imprese del Veneto hanno visto crescere le proprie esportazioni di un punto percentuale nei primi 9 mesi del 2018, mentre il manifatturiero in generale ha accelerato del 2,6%. Ma non c’è da stare troppo allegri, perché la vicina Emilia Romagna in volumi ha appaiato il Veneto, contendendogli la seconda piazza nazionale per export, alle spalle della Lombardia. Bonomo: “Serve una svolta a livello infrastrutturale”. Riportiamo l’articolo del Corriere del Veneto del 28 dicembre 2018.
Anche nel 2019 le imprese potranno beneficiare del cosiddetto “bonus formazione”: quasi fuori tempo massimo, la tanto attesa proroga della misura introdotta nel 2018 per incentivare la formazione in materia di Industria 4.0, è stata inserita nella nuova manovra finanziaria.
«Una buona notiz...
In questo numero di Monitor, cercheremo di rispondere alla seguente domanda: perché l’Emilia sorpasserà a breve il Veneto? L’ex cuore del Nordest continua a crescere, ma l’Emilia, da un po’ di anni a questa parte, corre veloce come una Ferrari, concentrando la sua produzione su nicchie a maggior valore aggiunto e attraendo i laureati che il Veneto non riesce più a trattenere. L’Emilia oggi è in fase di sorpasso e, se il Veneto non vuole fare la fine del Piemonte e finire ai margini dello sviluppo, deve porsi il problema di come far fare alle sue imprese un salto di qualità e di dimensioni.
La mobilità dei laureati è un indicatore che ci dice se un territorio attrae capitale umano qualificato o se, al contrario, perde residenti tra i giovani qualificati. Secondo i dati dell’Osservatorio Capitale umano, Organizzazione e Lavoro della Fondazione Nord Est, nel 2016, il Veneto ha registrato un saldo negativo pari a -4,6 per mille, mentre l’Emilia Romagna ha avuto un salto positivo del +15,3 e la Lombardia del +13,7 per mille. Riportiamo l’editoriale di Paolo Gubitta pubblicato sul Corriere del Veneto il 15 giugno 2018.
«Per la nostra gente non c’è confine municipale che tenga. Le famiglie hanno i bambini a scuola nel proprio comune, vanno a lavorare in quello vicino, portano i figli alle attività sportive nel terzo», spiega il sindaco di Mel Stefano Cesa. Ma i sindaci hanno avvertito, ormai da tempo, che la collaborazione più o meno spontanea non basta più. Riportiamo l’articolo pubblicato sul Corriere delle Alpi il 12 dicembre 2018.
E’ oggi l’appuntamento cruciale del referendum sul progetto della fusione tra Conselve, Cartura e Terrassa. I cittadini sono chiamati al referendum per il quale non c’è quorum. Intanto si è fatto assai vivace il confronto tra le ragioni del si e del no. Riportiamo l’articolo pubblicato su La Piazza Web il 6 dicembre 2018.
Nel Veneto che sogna l’autonomia, arriva un segnale preciso dal “partito del referendum” formato da 26 sindaci che oggi chiama a votare 80mila cittadini per avviare le fusioni e far nascere 10 nuovi comuni. Stando allo studio della Fondazione Think Tank Nord Est, “se dai 26 si passasse a soli 10 Comuni, arriverebbero risorse per 187 milioni di euro in 10 anni”. Un numero di Monitor dedicato alla più ampia chiamata alle urne in Veneto per votare sulle fusioni comunali, tra opportunità e criticità.
Il Vicentino è assoluto protagonista di questa giornata che chiamerà ai seggi 30 mila cittadini vicentini, con 14 Comuni berici che decideranno se dar vita a cinque nuovi paesi: oltre a Colceresa, Pieve dei Berici, Valbrenta, Colbregonza e Lusiana Conco. Riportiamo l’articolo del Giornale di Vicenza dell’8 dicembre 2018.
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