Le trasformazioni che interessano il mercato del lavoro e il contesto socioeconomico internazionale richiedono di investire sempre più nel capitale umano e impongono a noi operatori privati un approccio sempre più articolato e complesso. Certamente dal pacchetto Treu ad oggi lo scenario è profondamente cambiato, ma il fattore umano resta la più importante leva di competitività.
Le Agenzie per il lavoro hanno un ruolo molto importante in questa evoluzione: è nostro dovere favorire la collaborazione tra pubblico e privato lavorando costantemente per creare modelli più trasparenti ed efficienti, che siano in grado di contrastare l’illegalità, la concorrenza sleale e altre forme di sottotutela.
In questa nuova fase sono aumentati i servizi che possiamo offrire alle aziende, siamo passati infatti dalle “interinali” che nell’immaginario collettivo venivano associate erroneamente a soggetti erogatori di lavoro poco qualificato, ad agenzie che offrono servizi globali nella gestione delle risorse umane.
Siamo chiamati insomma a sfide decisive: migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro garantendo maggior efficacia ed efficienza dei servizi al lavoro; sostenere il livello di partecipazione al mercato del lavoro; ridurre la dimensione strutturale e frizionale della disoccupazione; aiutare le aziende incrementandone i livelli di efficienza e produttività.
Diventa quindi strategica la capacità degli operatori privati più qualificati di mettersi in “rete” e contribuire a creare un sistema di Servizi per il Lavoro secondo lo schema “Governance pubblica e operatività privata”, e privilegiare politiche che mettano al centro dei servizi il lavoratore e non più le strutture che li erogano. Per noi Politiche Attive significa supportare le persone prendendole “in carico” sia per migliorarne l’occupabilità che per moltiplicare le occasioni di lavoro riducendo i tempi di transizione, e lavorando anche sulla formazione per rafforzare le competenze in un’ottica finalizzata.
Venendo più concretamente alle sfide in campo, mi concentrerò sulle principali su cui siamo già operativi: in primis l’ Alternanza Scuola Lavoro, ovvero quell’insieme di iniziative e progetti come workshop, tirocini, incontri in azienda rivolte in particolare agli studenti delle superiori dalla terza in poi e su cui abbiamo in corso iniziative importanti anche qui nel Veneto con Istituti tecnici e professionali del territorio. Le agenzie sono in prima fila fin dalla sperimentazione dell’Alternanza e vengono considerate un “ponte”, un punto di riferimento.
Siamo poi al banco di prova dell’Assegno di Ricollocazione, lo strumento al suo debutto che ben rappresenta il nuovo approccio definito precedentemente: l’obiettivo è quello di facilitare il reinserimento lavorativo e gli elementi di novità sono due. Il primo è che il soggetto beneficiario potrà scegliere se rivolgersi per assistenza e aiuto al pubblico o al privato, e il secondo è che l’assegno potrà essere incassato solo nel momento in cui il lavoratore firma un contratto: questo meccanismo premierà la qualità del servizio e faciliterà il raggiungimento dell’obiettivo.
Le nuove priorità diventano, quindi:
a) favorire forme di inserimento e reinserimento al lavoro;
b) erogare una formazione quanto più orientata alle esigenze del sistema produttivo;
c) istituire forme di premialità per gli operatori specializzati al raggiungimento di risultati concreti;
d) passare dal finanziamento della disoccupazione a quello dell’occupazione, valorizzando quindi logiche di remunerazione del risultato in funzione delle fasce di occupabilità della persona e dei tempi di ricollocazione;
e) riconoscere il valore del servizio prestato da qualunque soggetto autorizzato/accreditato in relazione al risultato raggiunto, con un importo economico commisurato al valore prodotto;
f) istituire un obbligo di placement per una quota parte dei partecipanti ai corsi di formazione;
g) rendere realmente accessibili e utili le Banche Dati pubbliche (INPS e SIL) con le informazioni sui lavoratori necessarie a snellire il processo di chiamata e coinvolgimento;
h) istituire un sistema pubblico di rating sui risultati ottenuti dai diversi attori, basato su indicatori oggettivi di performance, validi a livello europeo.
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