Fondatore di ItalyPost, il portale di approfondimento sul mondo delle imprese e dei territori che promuove anche numerosi Festival, quali il Città Impresa di Bergamo e Vicenza, il Galileo Festival dell’Innovazione di Padova, Trieste Next dedicato alla ricerca scientifica, il Festival della Green Economy di Trento, Open Factory e We Food. Dal 2016 ItalyPost realizza ricerche e incontri sulle aziende champions. Negli anni precedenti la Post Editori, di cui Filiberto Zovico è amministratore unico, ha lanciato la rivista NordestEuropa e il portale VeneziePost. Ha pubblicato nel 2018 per la casa editrice Egea “Nuove Imprese. Chi sono i champions che competono con le global companies”
Stroili Oro, la catena di negozi in franchising con base ad Amaro, ha deciso di portare a Milano tutte le sue funzioni legate al marketing. Trentotto posti di lavoro persi, raccontava due giorni fa il Messaggero Veneto, e avanza l'ipotesi che anche altre funzioni aziendali vengano spostate nel capo...
Tempo di Libri si è chiusa lunedì scorso con 97.000 visitatori. Un numero che decreta una mezza vittoria o una mezza sconfitta per la capitale lombarda, a seconda della lettura che gli osservatori, in maniera più o meno interessata, vogliono dare.
Di vittoria certamente non si tratta. Nata per...
Vittoria di Salvini, si dice. Con quanti voti? Suppergiù il 18%. Meno di quanto ha preso Renzi. Se oggi Salvini fosse Presidente del Consiglio avrebbe grossomodo almeno il 70% dell’elettorato contro. Passando a Di Maio, che sta messo un po’ meglio, si arriva al 32% dei consensi. Stiamo insomma parlando di una presunta vittoria di leader che sono minoranza nel Paese, e che solo l’essere stati “contro” ha premiato.
Che vincessero Salvini e i Cinquestelle si sapeva. Che la vittoria fosse delle dimensioni che si stanno prospettando nessuno se lo aspettava. Perlomeno nessuno aveva calcolato che, contemporaneamente, Renzi crollasse sotto il 20%, Berlusconi finisse 3 punti sotto Salvini e la Bonino non arrivasse ne...
Sul voto di domenica prossima inutile tentare vaticini. Come insegnano i più esperti, prima di dare giudizi non bisogna aspettare gli exit poll all'apertura delle urne, ma il conteggio effettivo delle schede. Troppo spesso i sondaggi hanno tratto in inganno. Con un sistema elettorale come questo, p...
Una campagna elettorale surreale, dominata da temi che per niente hanno a che fare con i problemi reali del Paese. La tentazione sarebbe quella di disertare le urne o di esasperare la situazione paradossale che ci si para di fronte. Ma chi si sente classe dirigente non può fare a meno di assumersi le proprie responsabilità. Un numero di Monitor dedicato al voto del 4 marzo con gli articoli di Paolo Mieli, Gigi Copiello, Paolo Giaretta e la provocazione politica e culturale a firma Charles de Bonchamps.
Il desolante spettacolo delle candidature per le elezioni politiche del 4 marzo, imposte dai vari ducetti dei diversi partiti, lascia ormai pochi dubbi. È in atto una guerra tra bande interna ai partiti, che non lascia alcuno spazio a chi pensa che la politica debba servire anche ad affrontare i pr...
Come era del tutto prevedibile, dopo aver fatto fuori Maroni in Lombardia, il segretario della Lega si è lanciato nella battaglia finale per ottenere l'obiettivo politico e personale che si pone da tempo: essere il dominus assoluto di un partito sufficientemente forte per influenzare le scelte poli...
Il conflitto tra gli interessi delle società del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro stava già in origine della sua candidatura. Ora esplode con il caso delle aree di sua proprietà che verrebbero valorizzate dalla decisione della sua maggioranza. Non basta un blind trust tanto vago a garantire la massima trasparenza necessaria. Venezia corre il pericolo, dopo i casi Mose, Orsoni e delle bistecche a 1.000 euro, di essere tacciata a livello internazionale come una città popolata, ad ogni livello, da troppi furbetti
Se il centrodestra parte largamente avvantaggiato per la prossima scadenza elettorale, la mancata candidatura di Maroni e la scesa in campo di Illy potrebbero far emergere novità. Se non alle politiche, almeno nelle elezioni regionali di Lombardia e FriuliVG. Ecco cosa potrebbe accadere e le prospettive che aprirebbero le vittorie dei Macron italiani
Quale sia il vero Zaia, se quello pragmatico o quello ideologico, ancora nessuno lo sa. Di certo va applaudito quello che ha gestito la vicenda del Nuovo Ospedale di Padova quanto combattuto quello che incita ad un indipendentismo ideologico. Perché il primo fa il bene del Veneto, mentre il secondo ci porta su una strada pericolosa
Venerdì prossimo, in un convegno promosso dalla Camera di Commercio, Padova lancerà la sua candidatura per diventare Capitale Europea dell’Innovazione. Da una parte l’opportunità di costruire un percorso di rinascita della città del Santo, dall’altra il rischio di auto-celebrarsi senza alcuna aderenza alla realtà. Errore già compiuto da molte altre città e in altre occasioni
Ci sono due modi per pensare ad eventi e manifestazioni. Il primo, è più diffuso, vede l'evento come operazione di puro marketing, cosmetica aziendale o di territorio insomma. Manifestazioni vuote di contenuti, adatte più a professionisti del buffet finale che a raccogliere pensieri e idee.
Da...
Ci sarà tempo per valutazioni più ponderate. Ma la sconfitta della candidatura di Milano per la sede dell’Ema è indice di una debolezza di un Paese che deve fare i conti con i suoi limiti strutturali. Limiti di credibilità dovuti alle mancate riforme; limiti di autorevolezza dovuti all’incap...
Nonostante qualche mal di pancia del senatore Francesco Russo, nel Friuli Venezia Giulia il candidato democratico dovrebbe dunque essere Sergio Bolzonello. Una scelta che si profila, in partenza, come destinata comunque alla sconfitta, dopo le disastrose debacle del Pd a Pordenone, Gorizia e Monfalcone, la perdita a Trieste e quella prevedibile a Udine. Ma può perdere in due modi. Ecco quali
Un Festival nato per raccontare il Nordest, che si misura oggi con le nuove sfide: una metropoli che va da Trieste a Torino, e modelli d'impresa che hanno soppiantato quelli del passato. Da Stefanel a Brembo, insomma; dal Nordest al triangolo Lombardia, Venezie, Emilia Romagna. Il senso di un percorso culturale che ci porta oggi alla doppia edizione Bergamo - Vicenza. Per guardare alle trasformazioni del futuro
Un Festival nato per raccontare il Nordest, che si misura oggi con le nuove sfide: una metropoli che va da Trieste a Torino, e modelli d'impresa che hanno soppiantato quelli del passato. Da Stefanel a Brembo, insomma; dal Nordest al triangolo Lombardia, Venezie, Emilia Romagna. Il senso di un percorso culturale che ci porta oggi alla doppia edizione Bergamo - Vicenza. Per guardare alle trasformazioni del futuro
Zaia ha costruito una tela che oramai avvolge e soffoca tutti i soggetti che avevano immaginato un Sì per il federalismo. Il caso eclatante accaduto pochi giorni fa in Confindustria. Ecco qual è la a strategia di controllo militare di tutte le roccaforti e quali saranno i prossimi passi che porteranno il Veneto alla dichiarazione di indipendenza
Montichiari può diventare l’hub aeroportuale dell’industria manifatturiera del Grande Nord. L’accordo tra Save e Sacbo è una esigenza di tutto il territorio e può far crescere entrambe le società. Perché la logistica via aerea è destinata a crescere sempre di più
Il 99% dei partiti, dei giornali, delle associazioni di categoria erano per il Si. Ma tra No e Non Voto, Zaia ha raccolto poco più del 55%, senza raggiungere nemmeno la soglia del 60% indicata come base minima dalla Lega. Segno che non c'è stato plebiscito, tantomeno per fare del Veneto la nuova Catalogna. Una mezza vittoria che ora lo carica di responsabilità.
Se ci fosse un plebiscito il Veneto rischierebbe la deriva catalana. Se fosse sotto il 50% sarebbe per Zaia una sconfitta disastrosa. E il Veneto non ha leader alternativi a lui. Il risultato politico auspicabile sarebbe perciò quello di una affluenza limitata al 53-57%. Quel tanto che basta perché Zaia possa dire di aver vinto, pur sapendo che, nei fatti, avrebbe perso. Un risultato che lo costringa ad assumersi le responsabilità di un uomo di governo. Quale, a volte, sa essere.
La classe dirigente veronese sembra essere ormai del tutto incapace di governare il cambiamento in atto. E tutti i punti nodali del sistema stanno passando in mano di altri. Cattolica a Warren Buffet, Banco a Bpm, Catullo a Save. Come nel resto del Veneto siamo molto bravi a fare impresa, mentre su finanza e servizi abbiamo fallito, perché coltiviamo relazioni invece di stare sul mercato. Dobbiamo prenderne atto e ripartire da qui
Ogni popolo ha diritto all'autodeterminazione. E l'Europa male ha fatto a lavarsi le mani di fronte alla richiesta dei catalani. Se i veneti vogliono l'indipendenza hanno diritto a chiederla. Ma il referendum di Zaia è politicamente ambiguo e farebbe bene a rinviarlo finché i promotori non si chiariranno le idee su cosa vogliono. E chi non vuole che il Veneto diventi come la Catalogna ha il diritto di disertare le urne
La novità del post Grande Crisi è l'emersione di una frattura economica e sociale in una regione un tempo coesa. Da una parte imprenditori innovativi e ceti urbani, dall'altra chi è rimasto travolto dalla crisi e si rifugia nel rancore. Ecco chi sono i protagonisti dei due Veneti, perché Confindustria è in crisi e chi andrà a votare al finto referendum indipendentista di Zaia. E, sopratutto, come finirà
Cronache dal profondo Nord. Simile a tante altre storie di questi mesi, dove, da Gaiarine a Valdagno, gli imprenditori raccontano la difficoltà di trovare manodopera. Il lavoro c'è, ben pagato, anche per chi vuole solo fare una esperienza e mettere in tasca qualche soldo per l'Università
La città andrà alle amministrative in primavera. E nonostante due giovani potenziali ottimi candidati, il centrosinistra fa fatica a convincere. Centrodestra (al momento) senza candidati credibili, ma favorito dall’assenza di un “Giordani” in salsa berica. Ma è una città senza più ruolo né identità. E vuota di idee sul suo futuro
Un intervento oggi sui quotidiani del gruppo Gedi del titolare di un'agenzia di comunicazione esplicita quello che è il reale progetto che riguarda il futuro della Fondazione Nordest. Un grande accordo con Matteo Zoppas per togliere le castagne dal fuoco a Confindustria. Così la fondazione sarà nei fatti l'house organ delle sue società. Un'occasione per costruire una lobby dalla facciata istituzionale per i suoi clienti. Si porta così a compimento il suicido di un territorio dove rimangono vive solo le imprese. Per motivare "culturalmente" l'operazione ieri Corò aveva attaccato l'ultimo rapporto della Fondazione pensato da Micelli con il supporto di Ilvo Diamanti con l'accusa: "Hanno svenduto il Nordest a Milano"
Bolzonello svetta nei sondaggi per "apprezzamento personale". Ma, come accadde per Cacciari nella sfida con Galan di qualche anno fa, non riuscirà a far vincere il suo schieramento. E allora perché è il candidato giusto per il Pd in Friuli Venezia Giulia il prossimo anno? Perché ha il profilo post-renziano più adatto a fare il capo dell'opposizione. E prepararsi a vincere al giro successivo.
Ricordate l'Eataly mania che ci ha contagiato negli anni scorsi? In realtà siamo stati tutti presi da una forma esaltazione collettiva, priva di qualsiasi fondamento reale, che vedeva in Eataly, ma anche in Gromm piuttosto che in H Farm, modelli di business capaci di compiere miracoli. E invece i numeri si stanno dimostrando impietosi. Ecco perché è perfino difficile parlarne
Il referendum del 22 ottobre è a tutti gli effetti un referendum fuffa. Buono solo per legittimare i politici. Gli imprenditori, oggi impegnati a far ripartire questa regione, devono trovare il coraggio di chiedere alla politica di fermarsi. Di evitare di farci perdere tempo (e soldi). E organizzare comitati per l’astensione, prima che altri politici di professione si impossessino di questa parola d’ordine. Perché gli imprenditori sono gli unici legittimati a farlo
Colpisce il dato diffuso ieri sulla crescita record del 3% della produzione industriale nei primi tre mesi dell’anno in una provincia, come quella di Vicenza, che, a rigor di logica, avrebbe dovuto crollare di almeno altrettanti punti percentuali. Come a dire: fallisce la banca del territorio e l’economia, invece di arretrare, riparte. E pure di slancio.
I due referendum per l'autonomia sono un gigantesco imbroglio. I due governatori raccontano a ciascuno una storia diversa. A qualcuno che avremo il federalismo, a qualcuno l'autonomia e ad altri ancora l'indipendenza. Nulla di tutto questo avverrà e a guadagnarci saranno solo loro. A meno che il 22 ottobre i cittadini scelgano di non fermarsi al loro banchetto
La vittoria di Giordani a Padova è stata netta. Ma, guarda caso, Zaia si è battuto negli ultimi mesi su una linea politica nettamente contraria a quella di Bitonci e di Salvini. Come gli ha riconosciuto il Vescovo di Verona. Dove Zaia porta il centrodestra alla vittoria contro l'arcinemico Tosi. E ora regna incontrastato. Anche nel suo stesso partito
I ballottaggi sono di norma quanto di più imprevedibile ci possa essere in elezioni amministrative che, peraltro, si tengono in assolate domeniche di giugno. Ne sa qualcosa Dario Tomasi, candidato di Schio che si presentò per "formalizzare" la sua nomina a sindaco partendo da un 45,75% al primo tu...
Può la Chiesa veronese rimanere invischiata in storie di mazzette e del Rolex di un Presidente assai chiacchierato? O dimostrerà che è capace di rimuoverlo perché la credibilità dell’istituzione ecclesiastica viene prima dei buoni rapporti con un Presidente assai generoso nell’elargire contributi a chiunque possa garantirne il pieno potere?
Vedremo come finirà ma è facile prevedere che saranno i candidati di centro a vincere i ballottaggi. Per oggi, di certo, emerge che il primo vero sconfitto delle amministrative nelle Venezie è il Movimento 5 Stelle. La lezione di ieri è che nelle Venezie, l'estremismo non paga. Nè quello dei Cinque Stelle nè quello di Salvini. E che è nato un nuovo partito: la Democrazia Cristiana
Non sarà il voto di Verona a spostare gli equilibri di governo in Veneto, ma quello di Padova. Se vincesse Bitonci la bilancia penderebbe a favore dei salviniani, mentre l'eventuale vittoria di Giordani non turberebbe i sogni del Presidente Zaia. Che non perde occasione per marcare un suo profilo istituzionale, mentre il cittadellese tende a litigare con tutti. Con l'appoggio congressuale di Zaia a Salvini, anche per la Lega, la sconfitta di Bitonci non è più -a questo punto- questione di vita o di morte
Mentre Pordenone è nelle condizioni di trainare la ripresa della regione, Udine è bloccata da un isolazionismo che le si ritorce contro. I casi simbolo di Friul Intagli e Fantoni. Trieste invece è in bilico: trainano porto e turismo, ma rischia di perdere le grandi aziende simbolo. E con l’opa su Tbs ora rischia anche Area Science Park
Quelli di questi giorni sono gli ultimi dolorosi bombardamenti. Che lasceranno sul campo morti e feriti. Sulle popolari non resta che rassegnarsi all’inevitabile, che prenderà la forma o del fallimento o della lenta agonia. Ma mentre si consumava questo venetissimo disastro, una ampia pattuglia di imprese ha imboccato la strada di una "ripresa vera". E lo ha fatto da sola. Per questo, nonostante la politica e il crollo della banche popolari, il Veneto ce la farà
I Presidenti delle Camere di Commercio, in generale, tendono a parlare sempre a nome "degli interessi delle imprese". È successo anche ieri a Treviso, dove il Presidente Pozza si è vantato di aver tenuto inalterato il contributo annuale che le imprese devono obbligatoriamente versare, sostenendo c...
A Verona è in atto un processo di liquidazione delle vecchie classi dirigenti che avevano portato la città sull'orlo del baratro. Molti i protagonisti di una nuova classe dirigente che, responsabilmente, sta rimettendo in ordine le diverse situazioni compromesse da gestioni finalizzate a posizioni di potere personale. Protagonista soprattutto il nuovo presidente di Fondazione Cariverona che nei mesi scorsi ha liquidato Biasi, e, con una intervista al Giornale di Vicenza, ha dato il benservito al Presidente di Cattolica Assicurazioni
Alcuni Festival rischiano di trasformarsi in veri e propri spettacoli. Che va benissimo e, anzi, possono allargare la platea di persone che comunque entrano in contatto con il dibattito culturale. Se è così, però, bisogna trovare un modo, anche lessicale, per distinguere i Festival- Spettacolo, dai Festival- Laboratori di idee e relazioni. O almeno trovare il corretto equilibrio tra i due elementi. Altrimenti sarà come scambiare l’arte culinaria che praticano gli chef con la loro caricatura teatralizzata delle trasmissioni televisive
Al Galileo Festival il confronto tra industriali e rettori è stato senza peli sulla lingua. In particolare è emersa una difficoltà nel rapporto tra le medie imprese leader globali e le università del nostro territorio. Un confronto proficuo per affrontare, in vista del lancio del competence center, la sfida del trovare soluzioni adeguate non solo per le piccole imprese (come si sta già facendo). Perché le università debbono diventare uno degli strumenti per aiutare le piccole a crescere. E non rimanere a loro volta piccole e marginali
Per Verona è ormai il tempo di decidere la sua strategia di alleanze. Perché, pur recuperando nel 2016, non è nelle condizioni di restare da sola in un mercato fieristico dove sopravviveranno pochi soggetti. Con Milano e Bologna malconce, la strada obbligata sembra Rimini-Vicenza. Potrebbe nascere il polo capace di aggregare l'intera megalopoli padana. Ma servono realismo e lungimiranza
Cariverona, Serenissima, Itas e Mediocredito. Tutte vicende gravissime che dimostrano che veneti, friulgiuliani e trentini non hanno nulla da invidiare ai cugini siciliani in quanto a mala gestio. Arrampicate di potere che hanno bruciato centinaia di milioni dei cittadini e delle comunità. E che hanno coinvolto politici di ogni colore, fondazioni e mondo della cooperazione costruendo un sistema consociativo con una parte del mondo dell'impresa. A cui ora la politica offre un illusorio elisir: l'autonomia. Che non è il federalismo sognato da Giorgio Lago ma la prosecuzione della mala gestio con altri mezzi
Tornano a farsi insistenti in Friuli Venezia Giulia le voci su un possibile ritorno sulla scena di Riccardo Illy. Sondaggi effettuati già alcuni mesi fa da Paolo Feltrin spiegavano chiaramente che, in quella regione, l'unica figura riferibile al centrosinistra in grado di vincere, non poteva essere...
Ilvo Diamanti è sociologo che conosce bene il Paese, ma ancor di più il Veneto, regione che studia da anni nei dettagli. Venerdì scorso, nel confronto al Festival Città Impresa con Gad Lerner dedicato ai populismi, ha spiegato che Luca Zaia piace ai veneti perché "ha ereditato la principale car...
Meglio che il sistema aeroportuale delle Venezie restasse nelle mani di Enrico Marchi, anche attraverso la presenza di fondi francesi o tedeschi, o che se ne preservasse l’italianità augurandosi che finisse nelle mani dei Benetton? Premesso che la questione pare già oziosa - la soluzione a cui ...
Ogni prodotto deve avere un senso e deve rispondere alla domanda di un certo numero di consumatori. Lo sa bene chi fa impresa, perché se ciò che produce non ha un senso, nessun consumatore lo vorrebbe acquistare. Così è per le associazioni. O rispondono alle esigenze degli associati o vengono ab...
Zaia ha nei fatti spiegato ai veneti che questa è l’autonomia. Rovini una banca? Te la paghi. Progetti un’infrastruttura insostenibile nei costi? Te la paghi. In questo si è dimostrato un grande leader, capace di scelte giuste anche se impopolari. Ma forse è ora che spieghi anche che senza un nuovo patto tra i veneti e lo Stato a rimetterci saranno tutti. Veneti per primi.
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