In un mondo dove diritto e mercato si intrecciano in modi sempre più complessi, i rischi legati alle sanzioni sono diventati una sfida costante per le imprese. Come preservare il proprio business?
Impresa consapevole. Dieci rischi tra sanzioni e opportunità è la guida ideale per orientarsi nel labirinto di questi rischi. Muovendo da casi studio, l’autore ci accompagna attraverso l’evoluzione delle normative più significative, svela gli errori più comuni e condivide gli strumenti essenziali per gestire la propria attività.
Grazie a esempi concreti e sentenze, vengono identificati i dieci principali rischi e le strategie più efficaci per prevenirli. Fra innovazione tecnologica, complessità organizzative e giuridiche non sempre immediatamente percepibili, oggi l’imprenditore si trova davanti a una sfida culturale e organizzativa che richiede prima di tutto consapevolezza. Con un linguaggio chiaro e accessibile, Impresa consapevole offre indicazioni utili per affrontare le ormai quotidiane sfide giuridiche con un approccio proattivo, che garantisca solidità e getti le basi per una crescita delle imprese sicura e sostenibile.
L’evento, condotto da Camilla Consonni, giornalista Veneziepost, è a ingresso libero previa prenotazione al seguente link.
L’incontro si inserisce nel ciclo di appuntamenti che porterà grandi autori in Libreria ItalyPost dai primi giorni di settembre fino a dicembre. Un programma quest’anno ancora più ricco degli scorsi anni e rafforzato dalla partnership con Il Mattino di Padova, il quotidiano locale del gruppo Nord Est Multimedia che co-promuovendo gli incontri con ItalyPost offrirà alla città un’occasione di confronto con alcuni dei più rilevanti nomi del panorama culturale e imprenditoriale italiano.
Pubblichiamo un estratto del libro.
Le imprese sono entrate in una fase in cui l’Intelligenza Artificiale sta gradualmente assumendo le sembianze di una vera e propria infrastruttura che governa processi organizzativi, contabili e decisionali. Quando un algoritmo incide sulla pianificazione finanziaria, ordina le priorità operative, seleziona i fornitori o valuta le performance interne, la sua affidabilità diviene immediatamente un tema di governo societario. Di fronte a questa rivoluzione tecnologica, il diritto chiede di non limitarsi ad approcci formali o superficiali; chiama piuttosto a un salto culturale. Non è sufficiente dotarsi di una qualche “soluzione intelligente” e lasciarla operare “in autonomia”, ma è necessario comprenderne a fondo il funzionamento, valutarne i potenziali rischi e integrarla in un sistema di governance in grado di anticipare problemi e prevenire crisi. (…) In un contesto di tal fatta si colloca il ricorso all’Intelligenza Artificiale, tassello non (più) eludibile nei doveri di governo societario. L’adozione di tecnologie avanzate richiede decisioni ponderate, analisi preventive dei rischi e controlli regolari: la macchina elabora ma la responsabilità resta umana.
La vicenda Deliveroo – decisa dal Tribunale civile di Bologna il 31 dicembre 2020 – è diventata rapidamente un caso di scuola in quanto tra le prime vicende in cui un giudice italiano ha stabilito che un algoritmo usato per organizzare i turni può determinare una discriminazione giuridicamente rilevante. (…) L’accesso alle finestre di prenotazione era graduato in base a un punteggio reputazionale calcolato automaticamente dall’algoritmo (…) Il verdetto, infatti, è stato netto: Deliveroo Italia Srl è stata dichiarata responsabile di condotta discriminatoria (…): un sistema automatico e opaco, programmato per ignorare il contesto, può diventare esso stesso una fonte di illecito, perché impedisce la trasparenza, rende difficile controllare le scelte organizzative e amplifica le disuguaglianze. L’innovazione tecnologica deve servire il progresso, ma senza regole e senza responsabilità rischia di mascherare vecchi squilibri di potere dietro la facciata neutrale della tecnologia.
Il caso Deliveroo punta i riflettori su questioni tanto dinamiche, quanto ampie e cruciali, che riguardano il rapporto tra lavoro, tecnologia e diritto. (…) È possibile garantire che uno strumento tecnologico, per sua natura automatico e in apparenza neutro, non finisca invece per consolidare o amplificare disuguaglianze e discriminazioni, come nel caso appena approfondito? (…) Come possiamo evitare che un codice digitale riproduca un modello rigido e arbitrario, privo di quella flessibilità che, alla fine dei conti, è la cifra stilistica dell’umanità?

