In principio fu la Brianza, poi la supremazia nel settore è passata al Nord Est. La storia della nascita del distretto di Brugnera, raccontata da un imprenditore che ne è stato protagonista, Pier Giorgio Presotto (oggi presidente di Arblu). E poi il passaggio dalla centralità del mobile comunemente inteso all’arredo bagno, con il cambiamento di approccio dei consumatori. La parabola dagli anni ‘50 ad oggi
Originariamente regolate dal Codice della navigazione del 1942, le concessioni balneari sono state oggetto di complesse evoluzioni normative ed europee. La legge italiana 88/2001 aveva introdotto il "rinnovo automatico" delle concessioni, abrogato nel 2010 dal governo Berlusconi per allinearsi alle direttive europee che obbligavano l’assegnazione delle spiagge tramite gare pubbliche. Dopo diverse proroghe delle concessioni vigenti, il Consiglio di Stato, nel 2021, ha annullato il prolungamento al 2033, imponendo le procedure ad evidenza pubblica entro il 2023. Tuttavia, il governo Meloni ha introdotto un nuovo rinvio al 2024, a cui l’Ue ha risposto avviando una procedura di infrazione
Per l’assessore regionale al Turismo i Comuni che, dopo Rimini, hanno prorogato le concessioni balneari al 31 dicembre del 2024 hanno fatto l’unica cosa giusta possibile, “in mancanza di un decreto attuativo del Governo che esponga le regole con cui andare a gara”. La priorità ora è “preservare le oltre 1.500 imprese a carattere famigliare che operano in questo settore”. La soluzione che caldeggia Corsini è quella della proposta in tre punti presentata già al governo Conte II: “Andare a gara riconoscendo il valore aziendale, fissando il canone concessionario e limitando il numero di partecipazioni alle evidenze pubbliche per ogni soggetto”. Il Veneto? “È strano che sia l’unica Regione con una propria legge in materia”
Secondo l’ultimo rapporto di Confcommercio tra 2012 e 2013 il mondo della ristorazione è tra i pochi ad essere in attivo per numero di imprese (+2,3%), grazie all’aumento dei ristoranti che ha compensato l’arretramento dei bar. “I consumi e la domanda sono costantemente in aumento e lo saranno anche nei prossimi anni”, spiega Luciano Sbraga, vice-direttore della Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi. “Resta sempre molto elevato il turnover”, con un’impresa su due che chiude i battenti entro i 5 anni dall’apertura. Sul segno ‘più’ dei ristoranti “incidono anche “attività take-away, pasticcerie e la nascita di catene di gelaterie”
Secondo i dati del registro delle imprese del capoluogo lombardo, dal 2018 al 2023 il totale delle imprese attive è passato da 18.981 a 17.617. Tra le ragioni, il cambiamento nello stile di vita dei consumatori, che preferiscono l'e-commerce, e l’aumento dei costi che a Milano è più alto che altrove (per il personale +25% rispetto ad altre città). Presentato ieri, durante la giornata conclusiva del Forum dell'economia urbana organizzato dal Comune, un piano triennale con l'obiettivo di riportare le attività nelle aree dove c'è un'alta desertificazione commerciale. 8 le linee di intervento: dati e informazioni, negozi e botteghe, vetrine su strada, attività storiche e mercati, alleanza di quartiere, economia civile, luoghi di incontro, spazi a basso costi
Sembra un'idea dissacrante, eppure offre qualche spunto di riflessione. È partita da Schio, nel vicentino, dove opera Fas International. Le radici sono della fine anni '60 con Antonio Adriani e con i distributori automatici, per poi proseguire nel segno dell’innovazione (su cui l’azienda investe ogni anno tra il 3 e il 4% dei propri ricavi). Fino a oggi, quando a guidare Fas ci sono i figli Luca e Mariangela, entrambi ad. E quando le vendig machine a marchio Fas vanno ben oltre alla distribuzione di snack e bevande, puntando a realizzare un e-commerce di prossimità in cui i distributori diventano delle ‘vetrine’ anche per i piccoli negozi di quartiere e per i loro prodotti, prenotabili online e ritirabili in collect point automatici
Accanto a chi punta a sopperire alla carenza di lavoratori in Italia attraendo manodopera dall’Africa, la bergamasca Carvico e la Fondazione E4Impact, nata su iniziativa dell’Università Cattolica di Milano, investono per creare una cultura imprenditoriale e industriale in loco. L’azienda dei tessuti tecnici elasticizzati è presente in Etiopia già dal 2017 con un impianto produttivo da 400 dipendenti, a cui fornisce training interni per elevarne le competenze. Dal 2022 ha anche aderito alla Fondazione presieduta da Letizia Moratti che dal 2010 ha formato 40mila lavoratori in 20 Paesi
La Regione ha aderito al progetto Thamm, finanziato dall’Ue con 8,6 mln destinati ad attività di formazione in Tunisia e Marocco col fine di portare nuovi lavoratori qualificati alle imprese nazionali. In partenza da gennaio 2024, il programma porterà nel distretto della meccatronica emiliana 500 dipendenti qualificati in tre anni. L’assessore Colla: “È giunto il momento di affrontare l’inverno demografico della nostra regione guardando fuori dai nostri confini e cercando di attrarre giovani lavoratori anche dal continente africano”
Su questo specifico settore i grandi marchi del lusso non hanno ancora messo le mani (se non in casi eccezionali). Il perché è che "c'è molta offerta", spiega il ceo della toscana Lem. Ma le cose potrebbero cambiare “a causa delle aggregazioni che stanno operando i fondi. Dal 2018 ad oggi hanno fatto sparire 25 aziende dal mercato”. Se andasse avanti così, “anche i brand inizierebbero a fare le loro valutazioni”
Fondata nel 1962 a Cornedo Vicentino, l’azienda specializzata nel tessile produce esclusivamente in Italia. Alla guida la seconda generazione della famiglia Riccardo Peruffo. I risultati finanziari mostrano una crescita costante, nel 2022 i ricavi erano pari a 87,7 mln (+26%), con un Ebitda pari a 18 mln (+13%), e l’Ebit pari a 11,3 (+10%). Dopo 1100 corner multibrand nel mondo e i circa 60 store monomarca, la strategia di espansione comprende l'apertura di un negozio a Madison Avenue e l'esplorazione di nuovi mercati nel Medio Oriente
Secondo il report appena uscito dell'Area Studi Mediobanca, la crescita del giro d’affari aggregato delle principali realtà del Belpaese è stata guidata da un notevole aumento delle vendite all'estero (+7%). Più dinamico il mercato asiatico, in sofferenza il mercato nordamericano. Sulle 175 over 100 mln prese in considerazione, 62 sono diproprietà estera che controlla il 41,6% del fatturato aggregato (il 23% è francese), soprattutto nella fascia lusso. La base produttiva rimane principalmente italiana, con il 76% degli stabilimenti sul suolo nazionale, soprattutto per le aziende di alta gamma (89%)
Secondo i dati Istat la “locomotiva” d'Italia mostra segni di declino demografico, con una diminuzione complessiva di 34.324 abitanti dal 2019 al 2023. Milano è la città più colpita, che passa da 3.250.077 a 3.228.006 residenti (nella sola area comunale la flessione è del 2,6%). Al secondo posto Varese, con un calo di 5.354 unità (-0,6%) e poi Pavia, con 5.311 residenti in meno (-0,9%). Bergamo, terza in Regione per popolosità, rimane stabile, passando da 1.107.159 a 1.106.303 abitanti (-856, -0,07%). A crescere solo Brescia (+0,23%), Monza e Brianza (+0,71%), e Lodi (+0,52%)
Tra 2019 e 2023 la popolazione regionale è calata dello 0,72% (-35mila abitanti), con segni di rallentamento più evidenti nelle aree marginali come Belluno (-2%) e Rovigo (-2,3%). In calo anche le province più industrializzate, ad eccezione di Verona (+2,8mila residenti) grazie alla crescita dei comuni dell’hinterland. Pesa il mancato sviluppo delle infrastrutture, con Vicenza, Padova e Venezia che attendono ancora la Tav verso Milano, opera essenziale per contribuire alla competitività del territorio. Conferma il demografo Della Zuanna: “In Veneto si paga la mancanza di un sistema di servizi pubblici sul ferro degni di questo nome”
Tra ’19 e ’23 l’Emilia-Romagna perde quasi 22 mila abitanti, ma il saldo negativo per lo 0,49% è comunque migliore rispetto a quello del Nordest (-0,6%) e dell’Italia (-1,37%). L’Emilia è zavorrata dal -1,81% di Ferrara, mentre grazie alla boccata d’ossigeno data dal +0,71% di Rimini la Romagna limita il calo (-0,36%). Spiega il demografo e statistico Gianluigi Bovini: “Lo sviluppo sociale ed economico, quindi anche demografico, tende a concentrarsi lungo l’asse della via Emilia: va portato anche a territori più eccentrici. Ma abbiamo di fronte sfide che non sono circoscritte solo alla regione o all’Italia: stanno diventando mondiali"
La manifestazione, giunta alla sua 70esima edizione, è l’espressione di un distretto dalla storia ultracentenaria, con radici in epoca romana e longobarda e fiorito a partire dal ‘300. Specializzate in gioielli d’alta gamma, oggi le aziende vicentine producono un fatturato di 3 mld di euro, generato per il 50% dalle esportazioni. E solo nei primi nove mesi del ’23 l’export è cresciuto del 2,7%. La vocazione sempre più internazionale si denota anche nella fiera, con un +34% di visite straniere tra il 2017 e il 2023. E anche nell’edizione 2024 attualmente in corso il 40% dei 1.500 brand presenti sono esteri
Nata nel 2009, Famiglie Storiche è una realtà che raggruppa oggi 13 aziende al 100% a conduzione familiare impegnate a raccontare l’Amarone secondo il denominatore comune della qualità. Dal 2015 la società era entrata in un conflitto, risolto solo l’anno scorso, con il Consorzio della Valpolicella a causa dell’utilizzo della Docg. “Essendo un’associazione privata non potevamo includere il riferimento al marchio nella nostra denominazione”, spiega il presidente Tommasi. Sulle sfide del gruppo, “vogliamo dimostrare che l’Amarone è un vino contemporaneo e versatile. L’ambizione è di farlo rientrare tra i fine wines internazionali”
Questa eccellenza enologica ha radici profonde nella storia e nella tradizione venete, attraverso decenni di coltivazione della vite e raffinamento delle tecniche di vinificazione. La sua origine sembra poter essere attribuita a una botte di Recioto dimenticata casualmente in una cantina nel 1936. Da qui l’epiteto “scapà”, che tradotto dal dialetto veronese significa “scappato”, “dimenticato”. Ne abbiamo parlato con il sommelier Paolo Baraldi: “Oggi si producono delle versioni secche e di grandissima eleganza. La sfida è la sempre maggiore bevibilità"
La situazione dell'anno appena concluso non preoccupa però i produttori, almeno stando a quanto dichiarato dal presidente dell’associazione Famiglie Storiche Pierangelo Tommasi: “Andiamo di pari passo con l’andamento del mercato del vino in tutto il mondo”. I dati precisi per il ’23 saranno resi noti in occasione dell’evento Amarone Opera Prima di inizio febbraio. Intanto il ’22 aveva registrato una crescita a valore del 4% a circa 360 mln, ma un calo dei volumi pari al 7,2%. E per il '24 “avremo numeri indicativi della reale condizione del mercato dopo i primi sei mesi”
Per l’ex manager delle risorse umane di Electrolux e commissario straordinario di ACC con un passato in politica, l’iniziativa della settimana corta non è replicabile, “perché costosissima e accessibile solo ad aziende con margini stratosferici. Se si trasferisse alle filiere sarebbe completamente insostenibile”. La definisce poi “preoccupante” su due fronti. Primo, “polarizza le relazioni industriali” e secondo, “è culturalmente debole, l’impresa così si compra la non-conflittualità interna”
Ex leader del metalmeccanici della Cisl, Bentivogli è un esperto di politiche di innovazione dell’industria e del lavoro che ritiene si debba avviare una riflessione sul lavoro a 360 gradi. “La settimana corta? Sarà una positiva fase sperimentale di orari meno rigidi e più a misura della persona. Ma a frenare sono le aziende mediamente troppo piccole in Italia e che hanno costi altissimi. Servono politiche che incentivino la crescita sopra i 15 dipendenti”
La riduzione dell’orario lavorativo può essere funzionale alla conciliazione della professione con il lavoro di cura, “che, per circa il 70%, è svolto ancora dalle donne”, spiega la giornalista del Corriere della Sera autrice del libro “Donne e lavoro”. Sono necessari cambiamenti organizzativi nelle aziende, ma “è tutto da vedere che la ‘settimana corta’ sia la svolta. Magari per molte dipendenti è meglio finire prima tutti i giorni”. Importante però per rendere conveniente la misura anche il supporto istituzionale, con proposte come la riduzione del premio Inail, il miglioramento dei servizi di assistenza agli anziani e gli asili nido
Dal palco dell'Auditorium in Piazza Libertà a Bergamo, dove lo scorso lunedì sono state premiate le 1.000 imprese best performer della provincia, l’ad di Fecs Partecipazioni Olivo Foglieni spiega come l’aumento degli oneri finanziari si stia facendo sentire sui conti del gruppo attivo nel riciclo e trasformazione dell’alluminio. “Quest’anno ci lasceremo giù qualche milione”. Un problema che preoccupa anche per il 2024: “Dobbiamo capire come abbassare gli oneri. Non escludiamo di aprire il capitale a fondi industriali per sostenere i progetti che abbiamo in programma”
Il “re della carta” trevigiano sembra alle strette. Le difficoltà del gruppo Pro-Gest erano evidenti già negli scorsi anni, ma oggi sembrano più profonde che mai. Entro la fine del 2024 il rimborso un bond da 250 milioni. Intanto i 38 mln di oneri finanziari portano la società in perdita (-20,4 mln). Moody’s ha modificato l’outlook a “negativo”. Cedere asset per avere liquidità sembra una strada poco percorribile. E stavolta le operazioni di 'cosmesi comunicativa' non basteranno
La Pasticceria Giotto di Padova, celebre per il suo panettone, non solo eccelle nella gastronomia, ma rappresenta un progetto sociale innovativo. Dal 2005 oltre 200 detenuti del carcere Due Palazzi hanno avuto la possibilità di intraprendere un percorso formativo professionalizzante in un laboratorio dolciario. Il presidente di Work Crossing, la cooperativa che si occupa di gestire l’attività dei detenuti-pasticceri, Marchetto: “I detenuti percependo una retribuzione regolare capiscono di poter aiutare le famiglie invece di essere un peso. Ed è un’opportunità di riscatto, attraverso la disciplina, la pazienza e l’attenzione ai dettagli richiesti dalla pasticceria di alto livello si scoprono in grado di fare un prodotto buonissimo e riconosciuto per la qualità”
I produttori nostrani da anni stanno lavorando per destagionalizzare il panettone. Molte aziende decidono di puntare sull’export, dove viene consumato tutto l’anno. Come la vicentina Loison Pasticceri dal 1938 (ricavi a 13,2 mln, +9% nel ‘22) che grazie alla “visione esterofila” i panettoni d’estate li fa da vent’anni portandoli in 70 paesi nel mondo (circa il 65% del fatturato). O la milanese Panettoni Vergani, che su un fatturato da 15,4 mln nel ‘22 (+31%), sta puntando molto sull’estero (+70% nel ‘21), oggi il 25% dei loro ricavi. Ma in Italia? Dario Loison: “Gli amanti del ‘panettone tutto l’anno’ ci sono sempre stati anche qui. Ma grazie è all’agilità del canale online che tante piccole pasticcerie hanno potuto soddisfare queste nicchie di consumatori, innovando un mercato che nel Belpaese era bloccato da anni”
Nel libro "Il sindaco manager. Lorenzo Bosetti, dalla guida di Marzotto al Comune di Valdagno" (Post Editori), Giorgio Gori ispirato dalla storia di Bosetti ha l'occasione di tracciare il suo personale bilancio dei suoi anni prima nel privato, con Mediaset e Magnolia, e poi nel pubblico, da sindaco di Bergamo. Lo fa in un'ampia introduzione, evidenziando similitudini e contrasti fra i due mestieri. Ne pubblichiamo un estratto
Pubblicato da Post Editori, il libro ripercorre l'esperienza amministrativa di Lorenzo Bosetti che da manager della Marzotto ha scelto di mettersi al servizio della propria comunità come primo cittadino di Valdagno in un periodo di rilancio della città tra il 1995 e il 2004. Una figura dunque apprezzata per le doti messe a disposizione tanto nel pubblico quanto nel privato. La presentazione del libro si terrà lunedì 27 novembre alle 20.30 a Palazzo Festari di Valdagno alla presenza di Sergio Dalla Via, Giorgio Gori e Franca Porto
I “sindaci imprenditori”, ovviamente, vanno giudicati per il loro operato. L’aver gestito un’impresa non è certo una garanzia da sola. Nel caso della città di Venezia, negli anni sono diminuiti i cittadini, non è migliorata la sicurezza a Mestre, e si sono accumulati scandali (almeno presunti) sulle molte attività di Burgnaro. Mentre il dato di fatturato di Umana, la società fondata dal sindaco, passano dai 441 mln del 2015 ai 985 mln del 2022
L’azienda, con sede in provincia di Padova, si distingue nel panorama energetico europeo con la produzione di conduttori in rame e alluminio, supportando la transizione energetica e la mobilità sostenibile. La società sta espandendo oggi la capacità produttiva con l'obiettivo di raggiungere 500 dipendenti. Il presidente, Luca Mora: "Open Factory può coinvolgere studenti e giovani, noi cerchiamo persone che abbiano passione magari da assumere". Intanto va avanti la collaborazione con l'Università di Padova per progetti di ricerca avanzata
A parlare è Daniela, board member dell’azienda bolzanina di famiglia che il prossimo weekend aprirà le porte della propria sede di Castelli Calepio (BG). “Quello edilizio è un comparto visto ancora come molto tradizionale. Ma vi faremo scoprire quanta innovazione c’è dietro”. Un concetto che passa, e si fa pratica, attraverso l’attenzione alla sostenibilità nei cantieri anche tramite l’applicazione di processi snelli e, soprattutto, attraverso l’alta digitalizzazione
La società storica torinese, che da più di cent’anni è leader italiana della produzione di strumenti per la scrittura, durante l’evento Open Factory permetterà ai partecipanti di osservare da vicino le varie fasi di lavorazione di una penna stilografica. Aurora approfitterà dell’occasione per raccontare la propria storia e colmare le curiosità degli ospiti sulla produzione 100% manuale e Made in Italy. “Regina”, “Hastil” e "Thesi”, questi sono solo alcuni dei più conosciuti modelli di penne dell'azienda: la prima ha compiuto da poco i suoi primi 100 anni, mentre le ultime sono esposte al Moma di New York e rappresentano la creatività e il design italiano nel mondo
Il benessere dei dipendenti è cruciale per la produttività e il successo aziendale. Ciò comprende il design degli spazi, la sostenibilità, l'uso di tecnologie avanzate, la promozione della salute e il focus sull'efficienza operativa. In un contesto di fenomeni globali come la Great Resignation, preservare la felicità dei dipendenti è fondamentale per la continuità aziendale. Il Ceo di Equinix sottolinea l'importanza di una cultura aziendale sana e collaborativa. Creare una cultura aziendale centrata sul benessere contribuisce a un'employee experience positiva, influenzando l'engagement, la retention dei talenti e i tassi di turnover
Per il 2030 saremo circa 58 mln e andranno in pensione 4 mln di lavoratori, provocando, secondo le previsioni di Prometeia, un ammanco di 700mila persone sul mercato del lavoro. Questo lo scenario descritto nel corso dell’appuntamento “Emergenza natalità: l’immigrazione che serve e i bonus delle imprese”. Una sfida a cui devono rispondere le istituzioni, con una politica adeguata per gestire l’immigrazione e favorire la genitorialità. Ma anche le aziende. Geremia (San Marco Group): “In azienda tratteniamo il capitale umano con un bonus genitori da 6000 euro e stagisti che affiancano le neo-mamme”
Si chiude al Kilometro Rosso il Festival dei Territori Industriali dopo un'intensa tre giorni. Per aprire la domenica Fiorenza Lipparini, Salvatore Majorana e Stefano Soliano affrontano il tema dei parchi dell'innovazione come cerniere tra imprese, università e centri di ricerca e come pilastri per lo sviluppo economico. A seguire, il Città Impresa terminerà con una riflessione sull'industria automobilistica italiana con l'intervento di Alberto Bombassei e il dibattito tra il presidente di Anfia Roberto Vavassori, Enrico Carraro, Francesco Buzzella e Luca Rossi
Ripercorrere le evoluzioni in corso e tracciare le direttrici future di sviluppo dei territori industriali: a questo compito sono chiamati gli imprenditori che parteciperanno al Festival in scena a Bergamo tra meno di una settimana. Tra questi anche Nocivelli di Epta, Chiesi di Chiesi Farmaceutici, Pasini di Feralpi, Brasso di Teoresi e Ferraris di Fine Foods. A scandire la loro partecipazione una serie di sezioni tematiche che punterà i riflettori sulle varie sfide che il nostro tessuto industriale dovrà affrontare
Durante la kermesse ci sarà un ciclo di incontri, sotto il titolo di “Fattore D”, per discutere di impresa e occupazione femminile, dunque della necessità di cambiamenti strutturali per affrontare le disuguaglianze che affliggono il mercato del lavoro del nostro Paese. Dalla presentazione del libro "Legami e Legature", in cui si racconta la storia di Srithi, lavoratrice instancabile immigrata dal Bangladesh che riuscirà a fondare la sua azienda, a eventi come “Carriera: davvero le donne sono tagliate per il potere?”, e “Le imprese sono disposte a cambiare organizzazione per avere le donne a bordo?”. Fino a “Donne e lavoro. La rivoluzione in sei mosse”, in cui la giornalista Rita Querzè, si confronterà con la già ministra per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti e il già ministro del lavoro e delle politiche sociali Tiziano Treu
Durante la kermesse fari puntati anche su intelligenza artificiale e innovazione, declinata su più fronti. Emmanuel Becker discuterà dei data center, pilastri della digitalizzazione, mentre Walter Ruffinoni offrirà una prospettiva originale sulla leadership aziendale. Saranno affrontati temi che vanno dalla complessità delle reti all'interazione tra macchine e esseri umani
Analizzando i dati delle 1.000 imprese Best Performer delle province emiliane, in termini di fatturato il primato va a Bologna con 53 mld, seguita dai 43,7 mld di Modena e dai 33,6 mld di Reggio Emilia. La provincia felsinea (con un Ebitda di 7,7 mld) fa segnare anche l’Ebitda margin più elevato (14,66%). Guardando alla pfn, invece, è Reggio Emilia a registrare l’indebitamento più basso con 758 mln; più alti i dati di Bologna (2,4 mld) e Modena (2,0 mld), influenzati dai 1,2 mld di debiti rispettivamente di Gruppo I.M.A. (macchine per il packaging) e del gruppo alimentare Cremonini
Guardando ai dati delle 1.000 imprese Best performer delle province lombarde, Bergamo, che pure riporta il fatturato più basso (48 mld, guidata dai 3,6 mld di Brembo), registra l’Ebitda margin più alto (13,06%). È inoltre la meno indebitata, seguita a stretto giro da Monza-Brianza: entrambe hanno una Pfn pari a circa un terzo dei 2,5 mld di Brescia. Il settore trainante è il metalmeccanico, ma a Monza-Brianza la situazione è più diversificata
Dall'analisi dei bilanci delle 1.000 migliori imprese delle province venete, se Verona registra il fatturato più alto grazie a imprese come Eurospin, Lidl e Calzedonia, Treviso segna il più basso con 35,6 mld. A livello di Ebitda margin, però, le imprese veronesi sono in fondo con un 10,2%. La pfn invece mostra che la provincia meno indebitata è Padova con 416 mln, mentre Verona segna 2,4 mld. Il dato padovano è influenzato dai 372 mln di cassa di Alì Group, tra i leader mondiali nel mercato delle apparecchiature per la ristorazione
L’azienda riminese produce macchinari per la lavorazione del legno e di altri materiali e componentistica per le proprie macchine, oltre che per terzi e per l’industria meccanica. “L’integrazione verticale è fondamentale in un settore di nicchia come il nostro”, spiega il presidente Andrea Aureli. A livello orizzontale, “la strategia è di acquisire i distributori nel mondo e crescere nei servizi”. Dopo gli 846 mln di fatturato del ’22, il forecast per il ’23 è a 900 mln, ma il “sogno è il miliardo. Mentre il ’23 si chiuderà ancora bene, l’anno prossimo sarà critico, ma con la nostra diversificazione geografica dovremmo reggere il colpo”
Il gruppo leader nella refrigerazione commerciale ha registrato un tasso composto di crescita annuale del 7,39% nel periodo 2015-2021 e, nel 2022, un fatturato salito a 1,33 mld, +13,3%. Un successo che, secondo il presidente Nocivelli è frutto “dell’apertura a soluzioni che possano generare valore, anche attraverso la crescita inorganica. Abbiamo compiuto 18 acquisizioni dal 2004, otto in quattro anni. Per la fine del 2023 i ricavi aumenteranno 1,5 mld, ma ora puntiamo ai 2 in un futuro non poi così lontano”. A settembre è stata annunciata quella di Heifo, azienda con sede in Germania, e una joint venture con la tedesca Viessmann Refrigeration Solutions
Cresciuta attraverso una strategia di allargamento della capacità produttiva e della gamma di prodotti, l’azienda modenese dipende dalla holding Dreamfood, a sua volta controllata dalla holding Acta. Nel primo semestre ’23 il gruppo ha già raggiunto i 180 mln di fatturato (205,4 mln nell’intero ’22). L’amministratore di Acta Antonio Montanini: “In Italia abbiamo il 50% del mercato, ora puntiamo a consolidarci in Europa con il nostro brand, ma l’obiettivo vero è diventare i numeri uno nel mercato americano”. E ad eventuali partnership dagli Stati Uniti, Montanini non chiude la porta: “Ci sono già dei flirt”
L’azienda di Crocetta del Montello (Treviso), gestita da tre generazioni dalla famiglia Moretti Polegato, si estende su oltre 200 ettari di vigneti, a cui si aggiungono altri 2000 ettari controllati in Veneto e in Friuli. Con grande attenzione alla biodiversità e all’innovazione, la cantina è cresciuta nel corso degli anni raggiungendo un fatturato di 145,3 mln nel 2022, il 65% circa proveniente dalle esportazioni, contro i 121,3 mln del 2021 e un Ebitda lievemente calato a 11,6 mln (8,04%). Il presidente Moretti Polegato "Quantitativamente il prosecco ha raggiunto il suo massimo di produzione, ora dobbiamo valorizzare i nostri prodotti, siamo ancora lontani dai prezzi medi praticati dai francesi sui loro vini”
Fondata nel 1980 da Giuseppe Angiolini, la boutique del lusso multimarca è diventata un punto di riferimento nel mondo della moda per i suoi negozi fisici e dal 2016 è partita anche con l’online. Nel 2022, nonostante le sfide, il fatturato si è mantenuto a 70,7 mln, anche se l’Ebitda è sceso a 6,4 mln. Intervistato da Caterina Della Torre e Fabio Sottocornola, nel corso della kermesse sulle pmi del settore moda, l’ad spiega: “Rispetto agli anni del Covid il web sta un po’ soffrendo, la clientela è sempre più attenta a spendere. La mia strategia? Riequilibrare i prezzi dei listini con nuovi brand. Così si rende anche più unica l’esperienza di un multimarca, che vende in fin dei conti la sua identità”
L’azienda toscana, creata nel 1986 da Mauro Guerrini e specializzata in articoli in pelle, borse e valigie prodotti in conto terzi per i brand del lusso, è oggi guidata dal figlio Alessandro. Che nel ‘21 ha rifiutato l’interessamento di alcuni fondi e anzi ha rilevato le quote del fratello. “Non era il momento giusto”, spiega l’ad. Tra i primi passi compiuti, un piano per dotare l’azienda di un top management e “garantire la continuità a prescindere dalla mia presenza” e l’introduzione della stampa 3D per creare i cartamodelli delle borse sulla base dei disegni dello stilista, “un progetto che svilupperemo ancora nel ‘24”
Oggi l’azienda del packaging di Bologna conta 2.000 dipendenti e guarda ai 500 mln di fatturato. Una crescita “che combina lo sviluppo interno con la volontà di cogliere le opportunità di mercato”, spiegano gli ad Valentina ed Enrico Aureli. All’interno della stessa packaging valley, ma anche all’estero: “Abbiamo perseguito l’obiettivo di avere un plant in ogni paese manifatturiero rilevante. Oggi sono 10 in tutto”. D’altra parte “il nostro mercato è il mondo”. Sulla carenza di risorse umane: “Tema fondamentale, serve uno sforzo corale di tutta la meccanica strumentale per diventare attrattiva”
L’azienda di Reggio Emilia, con filiali in Brasile, India, Cina e Usa, realizza sistemi oleodinamici di guida per macchine agricole, macchine da costruzione, material ending e auto sportive. Dopo i 224 mln di ricavi del ’22 il target per fine anno è posto a 250 mln, “nonostante una fase al momento calante del settore”, spiega il presidente Claudio Ognibene. “Abbiamo investito in un nuovo plant in Cina nonostante le difficoltà del paese perché siamo convinti che tornerà di moda. Del resto, quando abbiamo aperto una filiale in India ci dicevano che il servosterzo non sarebbe mai servito, ma dalla pandemia in poi non si vendono più trattori senza”
Nata nel 1984 a Cerro Maggiore (MI), oggi Ab medica è leader nella produzione e nella distribuzione di tecnologie medicali, sistemi di telemedicina e chirurgia robotica. La ceo Francesca Cerruti: “Siamo partiti dall’importazione di device mini-invasivi dall’estero, poi siamo passati allo sviluppo in proprio anche attraverso un percorso di acquisizioni e di partnership in Europa”. E per proseguire nella crescita (nel ’22 i ricavi erano 330 mln contro i 275 del ’21), “lavoriamo per rinforzare la nostra rete distributiva nei mercati europei e puntiamo su telemedicina e intelligenza artificiale”
L’azienda veneziana leader nella produzione di pitture ed edilizia professionale oggi con 8 siti produttivi, 3 società commerciali e 6 brand è amministrata da Pietro Geremia, intervistato da Caterina Della Torre nella Sala Buzzati del Corriere della Sera. Nel 2022 il gruppo ha raggiunto un fatturato di 107,7 mln di euro e un Ebitda di 20,1 mln e ora punta a consolidarsi ancora all’estero: “Il mercato indiano è uno dei tre mercati su cui vogliamo puntare. Con un importante player locale abbiamo già una joint venture che porta i nostri prodotti in 3000 punti vendita, ma il segmento della classe medio alta della popolazione così attento ai trend europei cresce vertiginosamente” Quest'anno il gruppo mira ai 125 mln di fatturato e 22% di Ebitda
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