Una volta Mirco Azeglio Coradazzi e la moglie Sabi gestivano un’occhialeria in quel di Forni di Sopra, ameno paese di montagna tra le perle delle Dolomiti friulane. Poi la crisi del settore li ha costretti a chiudere e a puntare su qualcos’altro: nella fattispecie, la passione della moglie per il cucito e il ricamo. E dalla passione è nata quattordici anni fa una nuova attività professionale, un ricamificio, anzi “Il Ricamificio”.
Il laboratorio è stato avviato a piccoli passi, grazie a una minuscola macchina da cucire e a una vetrina che attirava la gente del paese e i numerosi turisti. Poi, con l’ingresso delle tre figlie nell’attività, forti di percorsi formativi diversi e di maggiore dimestichezza con i nuovi mezzi informatici, l’attività ha conosciuto una nuova fioritura: così i prodotti originali, uniti al continuo e sapiente utilizzo dei social network, hanno proiettato “Il Ricamificio” ben al di fuori dei confini di Forni facendone un esempio a tutto tondo di azienda familiare di successo. Anche perché sono stati coinvolti nell’attività tutti i componenti, seppure con mansioni e modalità diverse: mamma, papà e le tre figlie.
La produzione adesso è assai varia e spazia dal tessile per la casa agli accessori per l’infanzia: «Consumiamo 250 chilometri di filo all’anno», riferiscono scherzosamente nel sito. I loro sono prodotti di alto artigianato, e come tali sono molto personalizzati. «Spesso partiamo dalle richieste del cliente e trasformiamo tessuti e filati nel prodotto desiderato – spiega Sabi, sarta e cuore creativo del laboratorio – Inoltre prestiamo sempre molta attenzione all’impatto ambientale: cerchiamo di utilizzare tessuti che presentano certificazioni di qualità e rispettino standard ecologici e sociali, oltre ad avvalerci di tecnologie che ci aiutano a ridurre notevolmente gli scarti di lavorazione. Con il nostro ultimo acquisto, una macchina da ricamo di ultima generazione, siamo riusciti ad ottimizzare la produzione di alcuni manufatti e raggiungere l’obbiettivo “spreco zero”».
Un modo di lavorare che unisce passione e sperimentazione continua, grazie anche alla formazione delle figlie: Liala con la sua specializzazione in grafica, Selli che ha studiato design industriale, e Molli con alle spalle l’Accademia di Venezia. Ciascuna di loro ha portato i propri saperi e sensibilità nella promozione, ma anche nella lavorazione: grazie alla loro pagina Facebook (Il Ricamificio), Pinterest e soprattutto Instagram (ilricamificiofornidisopra) i social network sono diventati una seconda vetrina e pure un modo per mantenere con costanza il rapporto con i clienti (dato che non mancano tra questi neppure gli stranieri).
Significativa è poi la spinta verso la collaborazione con altri imprenditori e piccole aziende di qualità che portano ad interessanti proposte “ibride”, come laboratori di creatività con degustazioni finali di prodotti del territorio.
Seppure con i piedi per terra, nell’orizzonte de “Il Ricamificio” c’è il desiderio di ingrandirsi: il prossimo passo è migliorare il sito (www.ilricamificio.net), inaugurando la nuova sezione dedicata all’e-commerce.