Tutto iniziò nel 1989 con la sfida di produrre e commerciare in Italia un prodotto allora semisconosciuto, l’abbattitore di temperatura per chi lavora nella ristorazione. Poi, una volta impostata la produzione, l’ascesa non si è(quasi) più fermata e il gruppo Irinox di Tarzo nel trevigiano è diventato uno degli operatori del settore più innovativi a livello mondiale. «Mio padre e i soci partirono con due piccole linee, quella degli abbattitori appunto e quella quadri elettrici in acciaio inox – precisa Katia Da Ros, attuale amministratrice delegatae vicepresidente -. La prima era una scommessa, la seconda una certezza che serviva a fare cassa vista l’esperienza già maturata dai fondatori».
L’intuizione felice e il lavoro fatto per la realizzazione e la distribuzione dei prodotti portarono presto i propri frutti. Se questa sfida si poteva considerare vinta, una decina di anni fa se ne aprì una nuova. «Dopo esserci fatti conoscere in Italia e all’estero trai professionisti, volevamo un ulteriore salto di qualità. È arrivato così l’abbattitore a incasso, qualcosa di totalmente nuovo perché poteva essere collocato anche nelle cucine domestiche». Quindi non più soltanto cuochi e pasticceri, ma anche famiglie comuni. Fino all’ultima trovata, quella di “Fresco”: un abbattitore di temperatura grande non più di un forno a microonde, lanciato cinque anni fa. «Avevamo preso in considerazione il fatto che la cucina, per un consumatore medio, è un investimento che si fa massimo tre o quattro volte nella vita. Perché non pensare a qualcosa di più compatto dell’abbattitore di prima, con un prezzo accessibile non soltanto una tantum?». Da qui è partito il nuovo corso.
Tra i punti di forza c’è stata e c’è tuttora l’intuizione imprenditoriale. Per chi dirige Irinox, Fresco è qualcosa di rivoluzionario, destinato a cambiare il modo di preparare e consumare il cibo nonché le nostre abitudini. Ma è anche un modo per ridurre gli sprechi: secondo alcuni studi, una famiglia italiana spreca in media 6,5 euro a settimana di cibo per il deperimento. «Con questo sistema possiamo impedirlo – aggiunge Da Ros –. Fa parte dei nostri valori, tanto che abbiamo aderito alla Carta di Milano contro gli sprechi. Abbiamo un sogno: se per il frigo di casa il mondo deve ringraziare gli americani, vorremmo che il mondo facesse lo stesso con gli italiani per l’abbattitore domestico».
In ogni caso, un fatturato di oltre 40 milioni di euro e una base di 250 dipendenti che operano in oltre 80 Paesi del mondo non sono frutto soltanto di invenzioni felici. Molto ha influitola modalità distributiva: «Non si trova Fresco nei negozi, preferiamo la vendita diretta. Organizziamo eventi e dimostrazioni tra le famiglie, che poi acquistano e si passano parola. In questa fase in cui non è ancora molto conosciuto occorre creare cultura, e questa è la maniera migliore». Inoltre non è mancata una profonda ristrutturazione interna non appena si è manifestata la crisi del 2008, superata brillantemente, visto che adesso si continua a crescere.
Per le sfide future si parte dai punti di forza di oggi. Una cultura antispreco da diffondere, una vendita diretta da rendere ancora più capillare e il successivo passaparola restano le linee guida. «Le premesse di successo ci sono –conclude Katia –: la voglia di tornare a cucinare c’è, i tanti programmi di competizione gastronomica hanno preparato un buon terreno; la tendenza al risparmio e all’abbattimento degli sprechi pure, complice la crisi ancora in atto per molti. Con un supporto come “Fresco”, uno per esempio può cucinare il sabato mattina per presentare le pietanze agli amici il martedì sera». Quindi si cercherà un’espansione dello stesso prodotto all’estero, dove la presenza resta forte grazie alla gamma degli articoli per professionisti.
Intanto proprio all’estero si registrano sempre maggiori successi: basti dire che, dopo Google, Yahoo e LinkedIn, anche Amazon Fresh, il servizio a domicilio per la vendita di frutta, verdura e piatti precotti, ha introdotto nelle sue cucine di Boston gli abbattitori Irinox.